Il mental coach Civitarese: "Napoli e Atalanta a rischio appagamento"

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Il mental coach Civitarese: "Napoli e Atalanta a rischio appagamento"
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Il mental coach Civitarese: "Napoli e Atalanta a rischio appagamento"
robertocivitarese.it
Quella di questo weekend sarà una giornata di Serie A molto particolare. La prima, dopo tante, in cui si assisterà a un riassestamento di equilibri dopo due risultati pesantissimi che hanno dato uno scossone alla lotta Scudetto (Napoli-Juventus 5-1) e a quella salvezza (Atalanta-Salernitana 8-2).  A parlarcene è Roberto Civitarese, mental coach collaboratore di diversi giocatori di Serie A, che in esclusiva per Diretta ha esaminato quelli che potrebbero essere i fattori psicologici decisivi che entreranno in gioco nelle prossime partite. 

“Un giocatore lavora su tre aree: quella tecnica, quella atletica e quella mentale. Se per le prime due ci sono preparatori atletici e allenatori, per la terza a oggi molti giocatori lavorano ancora da soli. Per questo motivo credo che ci sia bisogno di un professionista che vada a lavorare su quegli aspetti psicologici fondamentali nella vita di un atleta”. Di questa convinzione, Roberto Civitarese ha fatto una professione.

Nel 2008 ha iniziato a seguire giovani atleti italiani dei settori giovanili che avevano l’obiettivo di fare il salto di qualità: tra questi Riccardo Saponara, Fabio Borini, Luca Caldirola e Federico Casarini. Nel 2013, cinque di loro disputavano la finale degli Europei U21 contro la Spagna. Adesso, come ha spiegato in esclusiva a Diretta, il suo obiettivo è la formazione: per questo, sta studiando un percorso di coaching per far sì che sempre più persone si appassionino a una professione sempre più necessaria nel mondo del calcio. 

Lei pensa che la figura del mental coach potrebbe lavorare anche con una squadra intera, piuttosto che unicamente con i singoli giocatori?

Io credo che l’attività di coaching sia più efficace se fatta a livello individuale. Il compito di lavorare con la squadra spetta all’allenatore. Un mental coach, però, può trasferire le tecniche di coaching a un allenatore che potrà utilizzarle all’interno del gruppo.

C’è in questo momento qualche allenatore in Serie A che secondo lei sta facendo bene questo lavoro?

Sì. A mio avviso uno è Stefano Pioli, l’allenatore del Milan, che lavorò su questo aspetto con un professionista già ai tempi del Chievo. Poi ci sono Jose Mourinho (Roma), Andrea Sottil (Udinese) e Vincenzo Italiano (Fiorentina). Forse il più preparato da questo punto di vista, però, è Davide Nicola, tecnico della Salernitana. Un altro che lavora molto bene su questo aspetto è Claudio Ranieri, che al momento sta allenando il Cagliari in Serie B.

Stefano Pioli
AFP

Lei ha citato Davide Nicola, che in questo momento sta vivendo un momento molto difficile. Ha perso contro l’Atalanta, ha rischiato il posto alla guida della Salernitana (prima è arrivato l’esonero, poi il dietrofront di Iervolino) e ora deve affrontare un Napoli che sembra inarrestabile. Come si aspetta che preparerà una sfida del genere alla luce di tutto questo?

Per quanto riguarda Salernitana-Napoli, ci sono due aspetti da tenere in considerazione. Il primo è che il Napoli arriva da un 5-1 alla Juventus che gli ha dato molta consapevolezza. Spesso quando si vince una sfida così importante con un risultato così importante il rischio è quello di creare una sorta di appagamento che può portare a un abbassamento dell’attenzione. La prova è stata l’eliminazione dalla Coppa Italia da parte della Cremonese. D’altronde tempo fa lo ha detto anche Spalletti: “Noi dalle vittorie non impariamo niente, impariamo molto più dalle sconfitte”.

Il secondo, invece, riguarda direttamente la Salernitana. Dopo l’8-2 di Bergamo la società ha avuto una forte reazione, con l’esonero di Nicola. Se il tecnico è riuscito a convincere Iervolino a tornare sui suoi passi è stato perché ha puntato sull’aspetto emozionale. Ha spiegato cosa rappresentano per lui la squadra, il progetto e il presidente. La squadra quindi si presenterà al confronto con una carica energetica importante, una ritrovata fiducia rispetto al progetto. È evidente che l’aspetto mentale non è l’unico in gioco, però, alla luce dei valori tecnici differenti tra Salernitana e Napoli, credo che Davide Nicola chiederà ai giocatori di scendere in campo esprimendo il proprio potenziale oltre il massimo delle proprie capacità.

Simile a quello della Salernitana c’è anche il discorso Juventus. Pensa che la sconfitta di Napoli agirà in maniera negativa sulla motivazione dei giocatori, che contro l’Atalanta potrebbero fare un’altra brutta figura?

La Juve, prima di Napoli, veniva da un momento positivo: quello delle otto vittorie consecutive senza subire gol. Questo periodo si è interrotto in maniera molto brusca in casa della capolista. Secondo me, come possiamo vedere anche dalle dichiarazioni post partita, Allegri non ha vissuto questa sconfitta come un’ultima spiaggia, anzi ha trasmesso un senso di fiducia nei confronti dei propri uomini.

Massimiliano Allegri
AFP

La prova è arrivata già in Coppa Italia, dove ha vinto una gara schierando tra i titolari tanti giovani. La Juventus non ha gettato la spugna, anzi ha una motivazione in più per vincere contro l’Atalanta. Penso che i bianconeri abbiano bisogno di dare un segnale forte per dimostrare che la vera Juve è quella delle otto vittorie consecutive e che quello di Napoli è soltanto un episodio, anche alla luce dell’arrivo della nuova dirigenza. Io sono convinto che la Juve creda ancora che il campionato sia aperto (questo potrebbe cambiare in base ai punti di penalizzazione che potrebbero essere inflitti alla Juve, nda). È la Dea, invece, a correre il rischio dell’appagamento e ha meno da perdere in questa partita.

Chiudiamo con il capitolo Milan. Secondo lei come mai i rossoneri stanno vivendo questo momento negativo? E come Pioli può riportare la squadra ai livelli della scorsa stagione?

Secondo me questa situazione potrebbe essere nata dal fatto che il Milan nell'ultimo periodo ha subito una critica eccessiva nei confronti di alcuni giocatori (vedi Charles De Ketelaere, che è stato prematuramente bocciato da stampa e tifosi) che ha minato la serenità del gruppo. In gruppi molto compatti come quello del Milan sono cose che possono succedere, perché sono problemi di cui si fa carico tutta la squadra. Si crea un ambiente negativo che a livello emotivo condiziona i risultati.

Penso che Stefano Pioli abbia la situazione sotto controllo, perché ha capito qual è in questo momento la problematica del Milan ("penso che in questo momento non siamo in grado di reagire alle situazioni negative"). I rossoneri devono capire come superare questo ostacolo, ovvero come reagire in maniera positiva di fronte a un episodio negativo: credo che Pioli abbia le capacità di risolvere questa situazione.

Il consiglio del mental coach?

Il Milan deve proiettarsi verso l'obiettivo che desidera raggiungere, non ancorarsi al ricordo della sconfitta e alla paura che questa possa ripetersi.