F1, la Red Bull chiede rispetto per Verstappen

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F1, la Red Bull chiede rispetto per Verstappen

F1, la Red Bull chiede rispetto per Verstappen
F1, la Red Bull chiede rispetto per VerstappenAFP
La scuderia campione del mondo emette un comunicato stampa dove giudica inaccettabili gli insulti al pilota olandese

Hanno detto basta all'unisono Max Verstappen (25) e la sua Red Bull. E lo hanno fatto dopo vari giorni nei quali erano finiti nell'occhio del ciclone per quanto accaduto in Brasile, dopo che un sorpasso dell'olandese nei confronti del compagno di squadra Sergio Perez (32) ha scatenato una serie d'insulti sui social media nei confronti del campione del mondo.

Il tutto perché, secondo l'opinione pubblica, l'olandese non aveva nulla da guadagnare in quell'occasione, mentre il suo compagno di squadra stava lottando contro Charles Leclerc (25) della Ferrari per il secondo posto finale. Arrivato poi settimo alla bandiera a scacchi, il messicano sarebbe stato dunque danneggiato dalla manovra del compagno di squadra, un pilota abituato a non guardare in faccia a nessuno e tirare dritto per la sua strada, in tutti i sensi. 

La Red Bull, che ha conquistato il campionato costruttori, non ha mai concluso una stagione con i suoi piloti primo e secondo e aveva chiesto a Verstappen di far passare Perez dopo che il messicano lo aveva lasciato passare in una fallita rincorsa per il quinto posto. Vai insulti, che non hanno risparmiato la famiglia dell'olandese, si sono poi susseguiti sui social.

Dopo quanto accaduto, dunque, la stessa scuderia è voluta intervenire, pubblicando un comunicato molto eloquente: “Gli eventi successivi sui social media sono del tutto inaccettabili. Il comportamento offensivo online nei confronti di Max, Checo, il Team e le rispettive famiglie è scioccante e triste e sfortunatamente è qualcosa che noi sportivi dobbiamo affrontare con deprimente regolarità. Non c'è posto per questo nelle corse o nella società nel suo insieme e bisogna cercare di essere migliori. Alla fine questo è uno sport, siamo qui per gareggiare. Minacce di morte, lettere di odio, veleno nei confronti dei membri della famiglia sono deplorevoli. Siamo per l'inclusione e desideriamo uno spazio sicuro, in cui tutti possano lavorare e godersi il nostro sport. Gli abusi devono finire”.