Nessuno immaginava, forse nemmeno lui stesso, prima della partenza un finale da favola come quello visto sulla passerella di Cibeles dell'ultima tappa di Madrid. Kuss è stato unanimemente riconosciuto come il miglior gregario del mondo, ma forse nemmeno lui si immaginava alla guida di un transatlantico come la Jumbo-Visma.
La strada e le sue gambe gli hanno concesso galloni e riconoscimenti. Durango Kid, come è conosciuto per essere originario di quella città dello Stato del Colorado e per l'omonima saga di fumetti, ha iniziato a credere di essere importante man mano che la gara procedeva. Gradualmente è emerso dalla lunga ombra gettata da Roglic e Vingegaard. Ha dovuto superare i dubbi dei rivali e della sua squadra su una solida leadership con due giganti al suo fianco. L'americano è riuscito a superare tutto questo.
Kuss è un uomo carismatico. Alla partenza e all'arrivo della Vuelta è stato sempre più richiesto dai tifosi e dai media. Il ciclista fedele credeva sempre di più in se stesso e nelle sue possibilità. La missione, quindi, era quella di convincere la sua squadra che anche lui poteva essere un grande corridore. Nessuno lo guarderà più allo stesso modo. Ha raccolto i frutti di una vita di duro lavoro e generosità.
Jumbo ha approfittato dell'ultimo giorno per mostrare la sua immensa potenza e il vincitore del Tour (Vingegaard), il vincitore del Giro (Roglic) e il vincitore della Vuelta (Kuss) hanno fatto sfilare le loro gerarchie per le strade della capitale. La domanda ora è se il gregario diventato campione perderà il suo nuovo status o se diventerà solo un altro leader in una squadra piena di campioni.