Verso Napoli-Roma: quando Spalletti cacciò Totti da casa sua

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Verso Napoli-Roma: quando Spalletti cacciò Totti da casa sua
Verso Napoli-Roma: quando Spalletti cacciò Totti da casa sua
Verso Napoli-Roma: quando Spalletti cacciò Totti da casa suaProfimedia
Quella contro la Roma non potrà mai essere una sfida qualsiasi per l'allenatore del Napoli, diventato nemico pubblico numero uno per la tifoseria giallorossa per aver buttato fuori da Trigoria il loro capitano

Se c'è una cosa che non si può proprio rimproverare a Luciano Spalletti è che non sia un tipo coraggioso. Per alcuni, temerario. E già, perché solo a uno che ha una stranissima concezione della paura sarebbe venuto in mente di mettersi contro Francesco Totti mentre allenava la Roma.

E lui non solo ha detto in faccia al capitano cose - giuste o sbagliate che siano - che nessun altro aveva avuto l'ardire di dirgli, ma quando la sua pazienza - poca o tanta che sia - arrivò al limite, dalle parole passò anche ai fatti e, dopo averlo convocato nel suo ufficio, gli chiese di abbandonare Trigoria, casa sua.

Mettersi contro Totti è stato, è e sarà sinonimo di mettersi contro l'intera piazza romanista. E questo Spalletti lo sapeva bene, così com'era consapevole che non avrebbe mai potuto vincerla, quella battaglia. Sapeva che al momento della verità, anche James Pallotta - che gli aveva fatto credere di essere dalla sua parte -  si sarebbe schierato con il Pupone.

E dire che all'inizio era stato tutto idilliaco. Appena arrivato nella capitale, infatti, il tecnico toscano regalò trofei (collettivi e individuali) e anni di carriera al capitano della Roma spostandolo nella posizione di falso nove. Tra il 2005 e il 2009, la relazione tra i due era ottima: due Coppe Italia, una Supercoppa e una Scarpa d'Oro, oltre a serate magiche sia in Italia in Europa.

I problemi cominciarono quando Spalletti fu esonerato. Totti fu uno dei primi a complimentarsi con lui quando il toscano conquistò il campionato russo con lo Zenit, ma qualcosa si era rotto: "Avrei preferito qualche parola di sostegno quando mi mandarono via".

L'idolo della Curva sud se la legò al dito, sebbene non avrebbe mai immaginato di ritrovarselo, qualche anno dopo, sulla panchina della Roma. E, invece, nell'inverno del 2016, la società giallorossa puntò di nuovo su di lui. La fase calante della carriera di Totti era cominciata e Spalletti gli fece chiaramente capire che le cose erano cambiate.

A rivelarlo è stato lo stesso capitano, nella sua biografia: "L’altra volta ti ho permesso tutto, Francesco, ora non più. Devi correre come gli altri, anche se ti chiami Totti".

Totti e Spalletti: c'eravamo tanto amati
Totti e Spalletti: c'eravamo tanto amatiProfimedia

La resa dei conti, però, arrivò prima della gara di campionato con il Palermo, quando Spalletti chiamò Totti nel proprio ufficio prima dell'allenamento e gli chiese di andar via: "È stata una cattiveria. Mi hanno cacciato da Trigoria, da casa mia".

Situazione resa ancora più incadenscente dalle frasi di Ilary Blasi che, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, definì Spalletti "un uomo piccolo". Fatto sta che prima della fine della stagione e del secondo addio di Spalletti, i due arrivarono alle mani nello spogliatoio, dopo la gara pareggiata 3-3 contro l'Atalanta: "È l’ultimo litigio tra me e Spalletti, nel senso che perdo le staffe anch’io e ci devono separare in quattro perché altrimenti ce le daremmo di santa ragione. Di lì in poi, chiuso”.

Nei giorni scorsi, però, è stato lo stesso Totti ad assicurare ai microfoni di Mediaset che "se un giorno dovesse capitare, parlerò con lui come parlo con tutti". E la verità è che un gesto di distensione tra il simbolo eterno della Roma e l'allenatore che potrebbe riportare il tricolore a Napoli potrebbe davvero riuscire a placare gli animi di quello che una volta era il Derby del Sud e che oggi, invece, è diventata una sfida maledetta.