Pirlo sui casi Fagioli, Tonali e Zaniolo: "Dispiace che dei ragazzi si buttino via così"

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Pirlo sui casi Fagioli, Tonali e Zaniolo: "Dispiace che dei ragazzi si buttino via così"

Pirlo e la questione scommesse: "Dispiace che dei ragazzi si buttino via così"
Pirlo e la questione scommesse: "Dispiace che dei ragazzi si buttino via così"Profimedia
L'allenatore della Sampdoria è intervenuto sulla questione relativa a Fagioli, Tonali e Zaniolo, per poi analizzare tanti altri temi, tra i quali il suo passato alla Juve da giocatore e tecnico

Breve e telegrafico, come spesso accade, Andrea Pirlo si è lasciato andare a una battuta sul caso scommesse che in questi giorni ha coinvolto prima Fagioli e poi Tonali e Zaniolo, entrambi allontanati dal ritiro della nazionale italiana che martedì affronterà l'Inghilterra.

Intervenuto in zona mista in seguito al suo intervento al Festival dello Sport di Trento, l'ex campione del mondo ha detto: "Cosa ne penso del caso scommesse? Dico solo che mi dispiace che dei ragazzi così giovani e che fanno il mestiere più bello del mondo si buttino via così".

Allegri e la Juve

In precedenza il tecnico della Sampdoria aveva parlato anche del suo rapporto con Massimiliano Allegri, dal quale è stato allenato alla Juventus: "Con Allegri ho avuto un rapporto normale nonostante siano state dette e scritte tante cose. Siamo stati insieme due anni, uno al Milan e l’altro alla Juventus. Pensò che non ero più un calciatore per quel Milan, lui aveva trovato altre soluzioni e aveva pensato che non fossi più importante e io decisi di andare via. Alla Juventus invece finimmo un bel ciclo vincente". In quel ciclo, però, ci fu una delusione: "La finale di Champions League del 2015 a Berlino pensavo davvero di poterla vincere". 

Poi, interrogato sul suo periodo da tecnico della Juve, Pirlo ha detto di essere molto grato alla dirigenza bianconera: "Devo solo ringraziare la Juventus per aver pensato me e avermi fatto allenare senza esperienza. Abbiamo fatto un bel percorso intraprendendo un certo modo di giocare. Sono sicuro avremmo fatto ancora meglio negli anni successivi ma non sono rimasto male della loro decisione. Sono stato etichettato come un allenatore "diverso" per il fatto che ho iniziato in bianconero senza fare gavetta e a qualcuno non va giù. Da lì è chiaro che poi puoi andare solo in discesa. Avevamo iniziato un bel percorso, con tantissimi giovani che negli anni sarebbero diventati giocatori importanti. Mi è dispiaciuto abbandonare quel percorso ma adesso sono contento uguale". 

Poi, per concludere, una dedica speciale a due persone che lo hanno formato nella sua vita da calciatore: "Il mio maestro è stato Roberto Baggio, un idolo con cui ho avuto la fortuna e l’onore di giocare. Ma anche Mazzone, a cui devo tanto perché fu lui a mettermi in mezzo al campo. Per lui ero il suo Falcao, me lo diceva sempre".