Era dal 2000, in quel caso in ticket con il Montenegro, che la Serbia non si presentava ai nastri di partenza di un campionato europeo per nazioni. Ed è per questa ragione che Dragan Stojkovic si è fatto vedere orgoglioso alla fine della gara pareggiata contro la Bulgaria e valsa la qualificazione a Euro 24.
"Congratulazioni a tutti, avete aspettato 24 anni per l'Europeo ma ne è valsa la pena. Vlahovic a quel tempo aveva sei mesi, è come se non fosse nemmeno nato", ha ricordato, con un pizzico di ironia, a chi non ha mai smesso di criticarlo.
Il ct serbo ha assicurato che "questo è un grande giorno per il calcio serbo, siamo riusciti in qualcosa nel quale credevamo. Questi giocatori sono diventati una generazione d'oro, hanno scritto i loro nomi a caratteri cubitali perché è la prima volta che la Serbia partecipa alla più grande manifestazione d'Europa da paese indipendente. È un regalo alla nazione".
Allo stesso modo, però, Stojkovic ha ammesso che il primo a sentirsi in debito era proprio lui: "Si sono visti degli errori, ma la cosa più importante è aver mostrato di non voler mollare e perdere. Questo campionato Europeo è la restituzione del mio debito alla nazione per quanto accaduto in Qatar l'anno scorso. Dopo il Mondiale eravamo sotto shock, abbiamo sopportato critiche e insulti. Mi ha fatto male per i giocatori, non era facile rialzarsi".