Atp Monte Carlo: Sinner e Musetti si giocano il derby del futuro

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Atp Monte Carlo: Sinner e Musetti si giocano il derby del futuro
Atp Monte Carlo: Sinner e Musetti si giocano il derby del futuro
Atp Monte Carlo: Sinner e Musetti si giocano il derby del futuroProfimedia
Dopo le vittorie sofferte di ieri, i due italiani si affrontano stasera sulla terra di Monte Carlo con diverso spirito e motivazioni. Sono il futuro del tennis azzurro, ma entrambi devono superare alcuni difetti per aspirare ai massimi livelli.

Dalla tragedia al giubilo. Si può riassumere così la giornata azzurra di ieri. Era cominciata male, anzi malissimo con il forfait di Matteo Berrettini, e sul sembrava dover finire pure peggio, visto che Jannik Sinner doveva fronteggiare un match point contro Hubi Hurkacz, centrato e devastante al servizio. Mentre si assisteva alla strenua difesa dell’altoatesino temendo il peggio, il pensiero correva già al match successivo, quello che vedeva contrapposto Lorenzo Musetti a un certo Novak Djokovic, numero 1 del mondo che non ha bisogno di tante presentazioni. Diventava sempre più vivida l’immagine di una disfatta per il tennis azzurro.

E invece. Sinner salva con autorità il match point al tie-break, si porta 6-7 e piazza il mini-break nel momento decisivo chiudendo 8-6. Una vittoria che avrebbe lasciato il segno su Hurkacz e rinvigorito un Sinner apparso fin lì un po’ troppo morbido contro un avversario solido come il polacco. Gli effetti si vedono già nel primo game del terzo set, con Hurkacz lontano parente del battitore dei primi due set e Sinner tornato finalmente letale alla risposta. L’Italia poteva così gioire.

Poi, dicevamo, Musetti contro Nole. Si sperava in una bella prestazione dell’azzurro che contro Kecmanovic era apparso in ottima forma. Il carrarino dopotutto è uno da grandi imprese, così come da tonfi clamorosi: può vincere contro Carlos Alcaraz (Amburgo 2022) così come può perdere contro un qualificato. È la giovane età, è l’estro folle di un talento cristallino forgiato dalle Muse e non dalla palestra. Però contro aveva il numero 1 per eccellenza, non quello che cambia con i punti dell’Atp, quello che è sempre lì al netto di infortuni e acciacchi dell’età: Novak Djokovic. 

Uno che non è nuovo a capitomboli sulla terra di Monte Carlo, visto che qui ha perso lo scorso anno da David Fokina, due anni fa da Daniel Evans e nel 2016 addirittura da Jiri Vesely. Eppure Nole ama  questa terra, ci tiene, dopotutto è la terra di casa sua, abita qui. E ci teneva anche a far vedere che era tornato n.1 anche sul campo. Senza tanti calcoli e mugugni.  Ci teneva e fino all’ultimo ha cercato di ribaltare il risultato in suo favore e non ci è riuscito. Come ha detto Lorenzo, nell’ultimo gioco, dopo un rovescio rabbioso sulla linea del serbo, gli tremavano le gambe. C’è da capirlo.

Dopo la grande impresa di battere un numero 1 del mondo, riuscita solo ad altri sette italiani nella storia, ora Musetti  per certificare la crescita dovrà sfatare un altro tabù: battere Jannik Sinner. Impresa mai riuscita in un torneo Atp (sconfitto 7-5 6-2 sull’hard di Anversa) e neanche nelle prequalifiche del Foro italico. Lorenzo però ha carte da giocarsi, visto che sulla terra il suo gioco ha un notevole vantaggio, mentre Sinner non può fare quello da flipper impazzito che gli riesce sul cemento. 

Jannik che, passando con Musetti, in semifinale però troverebbe uno tra Holger Rune, bello fresco dopo il forfait di Berrettini, e l’arci rivale Daniil Medvedev, contro cui potrebbe prendersi una bella rivincita dopo la sconfitta di Miami sfatando finalmente il tabù russo. E stavolta potrebbe riuscirci perché la terra è più indigesta al campione di Mosca, anche se sta cercando di adattarsi, e dopotutto qui ha buttato fuori Djokovic nel 2019. Sinner però sa di avere più possibilità su questa superficie, e ha lanciato anche la frecciatina al russo dopo la sconfitta di Miami: “Adesso inizia la stagione sul rosso, vedremo come te la caverai…”, le sue parole al termine del match. Parole che sanno tanto di sfida.

Prima bisognerà  vedere se sarà quella la semifinale però, perché Rune è osso tutt’altro che semplice per il russo su questa superficie, e Sinner dovrà vedersela contro un Musetti gasatissimo dopo la vittoria contro Djokovic, e che qui sarebbe stato ostico a prescindere dalle motivazioni. Noi, da italiani, invece non possiamo far altro che ammirare questi due 21enni fenomenali che porteranno la bandiera del tennis azzurro in alto per molti anni. Due ragazzi che hanno fatto finora tantissimo (specie Jannik, numero 1 azzurro) ma da cui ci si aspetta ancora di più. Da Sinner quel salto di qualità che lo dovrebbe far partire vincente finalmente anche contro un Medvedev, da Musetti il completamento di una crescita capace di regalare maggior continuità e forza mentale. Ci sarà poi qualcosa da migliorare anche tecnicamente per entrambi, ma la materia c’è, e ribolle in attesa di plasmare nuovi successi. E questo pomeriggio, vinca chi deve vincere, per noi sarà comunque un successo.