F1, parte la nuova stagione: la Ferrari può vincere il Mondiale?

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F1, parte la nuova stagione: la Ferrari può vincere il Mondiale?

Max Verstappen e Charles Leclerc
Max Verstappen e Charles LeclercAFP
La Rossa dovrà risolvere alcuni problemi per poter sperare di superare la Red Bull, che a Sakhir ha dimostrato di essere ancora la macchina da battere. Problemi non solo di strategia, ma anche tecnici.

Una domanda da un milione di euro, ma anche la speranza di tutti i tifosi della Rossa, e sono tanti in giro per il mondo: la Ferrari può vincere il Mondiale? La nuova SF-23 ha colpito gli occhi, apparendo subito bellissima quando è stata svelata, la speranza è che ora colpisca anche i cuori. Nelle prime prove di Sakhir, le Red Bull sono state di nuovo le più veloci, ma i risultati potrebbero non essere indicativi perché non si conosce il quantitativo di carburante utilizzato dai due team. Certo, i long run di Verstappen e Perez confermano la loro estrema competitività e fanno sorgere nuove paure, ma ci sono motivi per credere che la Ferrari sia molto attrezzata quest'anno. Con Fred Vasseur i ferraristi sperano che anche il muretto sia strategicamente più efficace dello scorso anno, ma non bisogna commettere l'errore di pensare che siano state solo le scelte sbagliate di Mattia Binotto a penalizzare Leclerc impedendogli lo scorso anno di vincere il Mondiale. Sarebbe un po’ naïf oltre che sbagliato.

AFFIDABILITÀ

I motivi principali sono stati infatti altri. Innanzitutto è venuta a mancare l’affidabilità. Se analizziamo la stagione scorsa, hanno sicuramente influito gli errori strategici a Montecarlo, ma hanno pesato di più i ritiri di Leclerc in Spagna e di entrambi i piloti in Azerbaijan. La Power Unit 067 Superfast si è dimostrata molto performante ma al contempo instabile per un motore endotermico in grado di sviluppare la potenza a cui lo avevano portato le successive revisioni, tanto che è stata in seguito depotenziata di alcuni cavalli: una decisione che ha fatto perdere qualche secondo rispetto a Red Bull.

Cosa potrà cambiare ora? Nella nuova macchina il regolamento ha impedito di lavorare sulla Power Unit per il congelamento delle componenti, ma i tecnici dopo aver fatto ogni tipo di prova teorica, si sono concentrati sull’interazione tra parte ibrida e termica del motore oltre che sul software di gestione nel tentativo di risolvere i problemi di affidabilità, come dichiarato dagli stessi ingegneri. La speranza è che almeno per quanto riguarda la Power Unit, possano essere stati risolti o comunque minimizzati.

SVILUPPO

La questione più preoccupante è però un’altra, che viene poco dibattuta, eppure non è la prima volta che affligge la Ferrari: quella dell’apparente incapacità degli uomini di Maranello di sviluppare la macchina partendo da una base già molto buona, perdendo così terreno rispetto alla concorrenza.

Se analizziamo di nuovo la stagione scorsa, vediamo che dopo aver vinto in Bahrain, dominato in Australia e aver conquistato le pole a Sakhir, Melbourne, Miami, Barcellona, Monaco e Baku, nonostante cioè performance che non si vedevano da tempo, i tecnici non sono stati in grado di migliorare la vettura, anzi in un certo senso l’hanno peggiorata creando problemi di affidabilità.

Laddove sarebbero bastati soltanto alcuni aggiornamenti aerodinamici, le revisioni fatte non sono state capaci di portare migliorie, al contrario della Red Bull ma anche del team McLaren, che è riuscito a risolvere il problema del porpoising diventando col passare del tempo sempre più competitivo. Più che a un’incapacità degli ingegneri bisogna però guardare alle limitate possibilità di perfezionamento della monoposto. Vedremo se la SF-23 avrà più margine in tal senso. 

DA DOVE INIZIARE

A Sakhir è stato evidenziato un primo problema aerodinamico da migliorare relativo al posteriore, in apparenza meno forte in trazione rispetto a quello della Red Bull RB19, come sottolineato da Marc Gené: “La macchina di quest’anno ha un avantreno più forte di quella dello scorso anno e ora occorre lavorare sul setup per fare un posteriore più solido” 

Insomma, c’è già da lavorare e la speranza è che lo si faccia bene e soprattutto che questi miglioramenti siano costanti nel corso della stagione perché gli avversari sono agguerriti e hanno già dimostrato di saper cambiare in corsa per rendere le macchine sempre più competitive. Se i risultati dei primi Gran Premi saranno un banco di prova importante, come abbiamo visto lo scorso anno potrebbero anche essere fuorvianti. Nel 2012 Alonso perse 44 punti di vantaggio su Vettel, grazie proprio alle superiori abilità di sviluppo della Red Bull. Si dice che chi parte bene è a metà dell’opera, ma quell’opera quest’anno bisognerà completarla.