ESCLUSIVA - "Berna" contro i viola tifa Juve e sulla storia stipendi: "Squalifica? Errore"

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ESCLUSIVA - "Berna" contro i viola tifa Juve e sulla storia stipendi: "Squalifica? Errore"
Federico Bernardeschi in azione con la Juventus contro la sua ex squadra
Federico Bernardeschi in azione con la Juventus contro la sua ex squadraProfimedia
L'ex giocatore di Juventus e Fiorentina, campione d'Europa con l'Italia e oggi uomo simbolo di Toronto in MLS, si racconta in esclusiva a Diretta.it ricordando il suo discusso passaggio dai viola a Torino che fece infuriare i tifosi fiorentini: "I tifosi dovrebbero sapere la verità". E sui problemi societari del club bianconero: "La Juventus capro espiatorio del sistema? “Beh sì, la Juve è fastidiosa perchè ha sempre vinto”. Su una possibile squalifica di un mese ai giocatori coinvolti nella storia degli stipendi posticipati: "Sarebbe un buco nell'acqua, non sta né in cielo né in terra”.

Il sole della California non ha nulla a che vedere con le temperature gelide che generalmente colpiscono Toronto in questo periodo dell’anno. Un clima primaverile che da qualche settimana sta accompagnando le giornate di Federico Bernardeschi (28). Non è una vacanza quella dell’ex Juve e Fiorentina, che a Palm Spring, città distante 170 km da Los Angeles e a due passi da uno dei parchi più belli della California, il Joshua Tree park, si gode il tempore della costa ovest degli Stati Uniti per preparare la nuova stagione di MLS con il suo FC.

Federico Bernardeschi
Federico BernardeschiFederico Bernardeschi - Instagram

Dopo l’exploit dello scorso anno (giunto in Canada a stagione quasi conclusa ha collezionato 13 presenze, otto gol e tre assist) il campione di Euro 2020 spera adesso di migliorarsi per portare, nuovamente, il Toronto alla vittoria del titolo (obiettivo già centrato da Sebastian Giovinco proprio con i canadesi nel 2017, ndc), e ritornare in Nazionale dopo il succeso europeo e la mancata qualificazione ai Mondiali del Qatar: "Assolutamente - esordisce "Berna" mentre passeggia nei corridoi dell'hotel californiano che ospita la sua squadra - Spero ancora di poter giocare il mondiale".

Intanto c'è da preparare una nuova stagione in una città dove ha già conquistato i tifosi diventando uomo immagine e simbolo della tifoseria. Grazie anche alle sue esultanze a fine partita con le sue urla diventate virali: "Come on FC, well done. It's amazing".

"Era una cosa nata dall'adrenalina del momento - dice ridendo -. Ero arrivato a Toronto da poco quindi non è che sapessi l'inglese più più di tanto. Poi quando ho cominciato a vedere che le mie esultanze stavano diventando virali ho deciso di giocarci un po', anche per essere un po' autoironico".

E Bernardeschi, che in nord America sembra aver trovato la dimensione idele, si gode la sua nuova vita, lontana dalle esagerazioni calcistiche europee e italiane. Un modo di vivere il calcio e lo sport, così come è vissuto negli Stati Uniti e in Canada, completamente diverso rispetto a come si vive nel nostro Paese. Un approccio che lo ha conquistato sin dal primo momento: “La cosa che mi ha colpito sin da subito è stata la gioia di vivere lo sport. Qui gli sport vengono vissuti totalmente in maniera differente, come una grandissima festa. Le persone vanno allo stadio per divertirsi, tifare la propria squadra e gioire o soffrire insieme. Poi finisce tutto lì”.

Federico Bernardeschi con la maglia del Toronto FC
Federico Bernardeschi con la maglia del Toronto FCProfimedia

Una mentalità totalmente diversa rispetto all’Italia: “Faccio un esempio. Vai al cinema e guardi un film, se il film ti piace o non ti piace lo dici quando è finito. Di certo non ne parli per tutta la settimana…Ed è questa la cosa che dovremmo imparare, secondo me”. Un tipo di approccio, o meglio di educazione allo sport, completamente diverso dal modo in cui in Italia si vive il tutto. Un punto di vista interessante quello di Bernardeschi, che analizza da sportivo e attore principale di un sistema, quello calcistico, una situazione ricca di passione ma che spesso degenera in ossessione: “L'ossessione è una sorta di malattia è un sentimento malato che non va bene. Se invece la passione è incondizionata è un sentimento giustissimo".

Eccessi e ossessioni che spesso condizionato e turbano il vivere quotidiano dei calciatori, soggetti alle esasperazioni delle curve. Ne sa qualcosa proprio Bernardeschi che per i tifosi viola è rientrato nella categoria dei “traditori”, quelli che hanno deciso di passare dalla Viola alla Juventus. L’attaccante di Carrara, che con il club toscano ha trascorso 13 anni tra giovanili e prima squadra, era l’idolo della “Fiesole”.

Federico Bernardeschi con la maglia della Fiorentina
Federico Bernardeschi con la maglia della FiorentinaProfimedia

Nel 2017 il suo trasferimento in bianconero fece discutere a lungo e per sbloccarlo lo stesso giocatore presentò un certificato medico pur di non presentarsi in ritiro.

I tifosi reagirono in malo modo attaccandolo pubblicamente: “Ricevetti anche diversi striscioni - ricorda l’ex numero 10 della Fiorentina –. All'inizio fu un po’ difficile, ma poi alla fine nulla di particolare. I tifosi giudicano la scelta di un giocatore, ma in realtà poche volte si sa come vanno le cose realmente all’interno”.

Nel suo caso c'era qualcosa in particolare che non è emersa e che i tifosi non hanno saputo? “Ma tantissime cose. Poi un giorno le racconterò” – afferma sibillino Bernardeschi. Un passaggio che fece arrabbiare i tifosi della Fiorentina, dunque, ma che venne vissuto con serenità dal diretto interessato: "L’ho vissuta molto serenamente – continua - Chi mi conosce sa realmente come l'ho vissuta. Posso dire di avere una discreta personalità che mi ha permesso di non andare mai in difficoltà su queste cose”.

Serenamente e con la giusta carica agonistica ha vissuto anche le sfide da ex con la maglia della Juventus. Soprattutto la prima, proprio al “Franchi”, davanti ai suoi vecchi tifosi che dovettero subire un suo “sgarbo”: un gol su punizione che diede il La alla vintoria per 2-0 dei bianconeri: “La prima da ex – racconta l’attuale giocatore del Toronto – fu vissuta con un bel carico di emozione. E fu bella viverla, fu una di quelle partite che che ti fanno sentire vivo, adrenalinico”. Dopo il gol esultò di fronte a quegli stessi tifosi che fino a pochi mesi prima lo avevano idolatrato. Per alcuni fu una reazione come per volersi togliere un sassolino dalla scarpa:  “Nessun sassolino - contrabbatte il diretto interessato - Non penso che ci sia da togliersi un sassolino in particolare. A me piace dire sempre la verità. Un giorno parlerò anche delle cose interne e lo farò perché secondo me è poco visto questo aspetto. All'interno del calcio ci sono mille cose che dal mondo esterno non si vedono e mille cose, invece, che si dovrebbero vedere perché solo così uno si farebbe un quadro più chiaro della situazione".

Lei parla, ma non dice. Si riferisce, forse, alla gestione dei giocatori da parte delle società che spesso  mettono in difficoltà i loro tesserati proprio per avere dei vantaggi? “Assolutamente sì, ma ci sono miliardi di cose”, conclude l'argomento senza voler andare oltre.

Domenica Juventus-Fiorentina sarà una partita speciale per altri due ex viola, Federico Chiesa e Dusan Vlahovic. Entrambi reduci da una prima parte di campionato condizionata da prestazioni altalenanti a causa degli infortuni. Una partita che Bernardeschi guarderà con gli occhi da juventino, nonostante i tredici anni in viola: “Sono sicuramente più schierato con la Juve” – ammette aggiungendo che si aspetta una partita interessante: “Sarà una bella partita, Juve-Fiorentina è sempre una bella partita. Credo che sarà la Juventus ad avere più chance di portarla a casa. Penso che alla fine la Juve la vincerà, magari grazie al colpo di qualche giocatore”.

I bianconeri, reduci dalla vittoria contro la Salernitana, stanno pian piano rimettendosi in carreggiata. Dopo un inizio stentato la formazione di Massimiliano Allegri aveva preso il ritmo prima di essere colpita da una pesante penalizzazione. Un -15 punti arrivato per vicende societarie extra campo, relative a false plusvalenze: “Considerato il momento di difficoltà che sta passando la Juve in questo momento – aggiunge Bernardeschi - credo sia normale che i miei ex compagni abbiano subito un po’ di contraccolpo. Sono esseri umani, non robot. Vuoi o non vuoi queste cose ti colpiscono”.

Una penalizzazione che ha cambiato gli obiettivi bianconeri, adesso alla ricerca di punti salvezza. E sulla decisione della giustizia sportiva, Bernardeschi si è fatto una idea che, come nel suo stile, non nasconde con giri di parole: “È dura vedere che venga colpita solo una squadra. C’è qualcosa che non è andata per il verso giusto" Cosa intende? "Penso che non si debba vedere solo la punta dell'iceberg. Si deve anche vedere tutto il resto”. Si spieghi meglio. Pensa che la Juve sia una sorta di capro espiatorio del sistema? “Beh sì, perché la Juve è fastidiosa. Perché la Juve vince, ha sempre vinto”.

Federico Bernardeschi con la maglia della Juventus
Federico Bernardeschi con la maglia della JuventusInstagram Bernardeschi

E tra i guai della Juventus ce n’è uno che potrebbe, a cascata, colpire lo stesso Bernardeschi che, assieme agli ex compagni dell'epoca, rischia una squalifica di almeno un mese. La storia è quella nota, gli stipendi posticipati durante il periodo della pandemia, nel corso della stagione 2019-2020. Per i magistrati il club bianconero avrebbe cercato di far figurare un taglio degli stipendi di quattro mensilità mai avvenuto. La prima squadra, infatti, si sarebbe accordata per tagliare solanto una mensilità, come conferma l’ex giocatore bianconero:

“Noi calciatori c’entriamo davvero poco – dice Bernardeschi –. Se dovesse arrivare una squalifica la prenderemo, ma a mio avviso farebbero un buco nell’acqua, non sta né in cielo né in terra”. Il giocatore del Toronto entra nello specifico dell’accordo con il club bianconero: “Noi sapevamo lo 0,1%. Ci siamo tolti uno stipendio e abbiamo fatto ciò che è stato richiesto dalla società. Noi non sapevamo nient’altro. Siamo semplicemente andati incontro alle difficoltà del momento che stava vivendo l’Italia intera. Ci siamo messi una mano sul cuore e abbiamo detto 'possiamo fare questo' e lo abbiamo fatto”.

Bernardeschi con gli ex compagni della Juventus
Bernardeschi con gli ex compagni della Juventus Instagram Bernardeschi

Poi aggiunge: “Abbiamo seguito le indicazioni che ci ha dato la società. Abbiamo fatto un grandissimo gesto da parte nostra per aiutare una società. C’erano persone che rischiavano di perdere il lavoro. Ci è stata proposta questa cosa ed eri libero di accettare o non accettare. Noi tutti insieme, come squadra, abbiamo accettato per dare un segnale importante. Un gesto che rifarei. Tutto quello che è venuto dopo non riguarda noi giocatori”.