La procura della Federcalcio, secondo l'Ansa, ha appena notificato alla Juventus la chiusura delle indagini per la cosiddetta "Manovra stipendi, partnership e agenti": nell'atto, il procuratore Chinè ha contestato, tra l'altro, al club bianconero la violazione del principio di lealtà sportiva (articolo 4.1) per i tre filoni.
La contestazione si va ad aggiungere alla questione plusvalenze, per la quale è previsto il 19 aprile un giudizio di legittimità del Collegio di Garanzia del Coni sulla penalizzazione di 15 punti per i bianconeri. Sui tre filoni odierni, la Juve ora ha due settimane di tempo per presentare le sue controdeduzioni.
La risposta della Juve
La Juve "ritiene di aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva".
Lo scrive in una nota la società, dopo la ricezione della notifica di chiusura indagini sulla manovra stipendi, i rapporti tra il club e taluni agenti sportivi e su presunti rapporti di partnership con altri club.
La Juve ribadisce di avere operato correttamente, "in virtù delle ragioni già illustrate, inter alia,nella relazione finanziaria annuale al 30 giugno 22 e nella relazione finanziaria semestrale al 31 dicembre 22".
Altri sei club nel mirino dopo la chiusura delle indagini
Le posizioni dei sei club (Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari) che hanno trattato, sottoscritto o comunque pattuito "accordi confidenziali in operazioni di mercato senza provvedere al deposito della modulistica federale e/o provvedendo a depositare documenti recanti pattuizioni diverse da quelle concluse" saranno valutate, invece, a conclusione delle indagini in corso da parte della magistratura.
È questa, sempre secondo l'Ansa, la posizione della Procura sul filone delle partnership contestato oggi alla Juventus.