L'importanza delle riserve nello Scudetto del Napoli: da Elmas a Simeone fino a Gollini

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più
L'importanza delle riserve nello Scudetto del Napoli: da Elmas a Simeone fino a Gollini
Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori
Giovanni Simeone e Giacomo RaspadoriAFP
L'apporto del macedone, i gol pesanti dell'argentino e le parate dell'ex Fiorentina: nel trionfo dei campani hanno partecipato 26 giocatori diversi.

Dai titolari inamovibili (Giovanni Di Lorenzo e Stanislav Lobotka) che hanno già raggiunto il traguardo delle 33 presenze stagionali in altrettanti incontri a chi ha giocato solo qualche scampolo di match, hanno tutti svolto un ruolo più o meno importante nella conquista dello scudetto del Napoli: sia da subentrati a match in corso, che da riserve utili alla causa quando impiegate dal primo minuto.

All'indomani della sfida dell'Allianz Stadium contro la Juventus che ha di fatto sigillato la vittoria della Serie A offrendo ai campani il primo match point per il Tricolore, è stato naturale pensare che proprio una riserva abbia consentito ai ragazzi di Spalletti di espugnare Torino, come sottolineato poi dal capitano a caldo a fine partita: "Quest’anno è stata una costante la qualità dei subentrati, ci hanno sempre dato una grande mano come stasera, ogni volta che i miei compagni entrano danno un contributo incredibile. E’ una vittoria che ci avvicina al nostro obiettivo, è un percorso che parte da lontano e adesso ci stiamo togliendo queste soddisfazioni".

Ancora più scontato fare questo ragionamento dopo Napoli-Salernitana, il match che avrebbe potuto già consegnare lo Scudetto agli azzurri che, fino al minuto 86, era stato deciso da una delle 'riserve' più utilizzate nell'arco della stagione, Mathias Olivera (25): simbolicamente, sarebbe stato il calciatore perfetto per incarnare la forza del gruppo Napoli rispetto al valore dei singoli.

Il rendiconto sulla rosa del club azzurro dice che i giocatori complessivamente impiegati in campionato sono ben 26, a dimostrazione di quanti siano stati coinvolti nel progetto di Luciano Spalletti: tra questi vengono conteggiati  anche i 13 minuti collezionati da Adam Ounas nelle prime due uscite in campionato, prima di trasferirsi in prestito al Lille, oppure quelli che il tecnico toscano ha concesso ad Alessio Zerbin e Gianluca Gaetano, due calciatori che - sia la scorsa estate, sia durante il mercato di gennaio - sarebbero potuti andare via da Napoli per giocare con più continuità e invece sono rimasti a disposizione.

Uno dei casi più emblematici dell'importanza delle riserve nella cavalcata dei campani verso il tricolore è quello di Pierluigi Gollini (28): arrivato a gennaio dopo la partenza di Salvatore Sirigu e reduce da un periodo non brillantissimo, il portiere emiliano ha giocato una sola gara con gli azzurri, facendosi trovare pronto nel momento del bisogno.

Gollini è stato schierato titolare da Spalletti in Napoli-Atalanta, una sfida molto delicata per la squadra dopo il k.o. interno con la Lazio e subito precedente il ritorno degli ottavi di Champions League contro l'Eintracht Francoforte, ma anche molto sentita dallo stesso portiere, ex dell'incontro. Nel 2-0 finale non c'è il suo nome nel tabellino, ma un paio di sue parate sono state comunque fondamentali per sigillare il risultato.

Eljif Elmas
Eljif ElmasProfilo Twitter @sscnapoli

Il candidato a dodicesimo uomo di questa stagione però è sicuramente Eljif Elmas (23): oltre alla capacità di essere schierato all'occorrenza in varie posizioni da vero jolly offensivo, il calciatore macedone è riuscito a racimolare ben 42 presenze in stagione (campionato, Champions League e Coppa Italia) quasi come Giovanni Di Lorenzo e Piotr Zielinski, anche se solamente 13 dal primo minuto.

I suoi centri in campionato sono stati 6, e tra questi va ricordato quello decisivo nell'1-2 sul campo dell'Atalanta a novembre, quando venne schierato da titolare vista l'assenza di Khvicha Kvaratskhelia. Con lui in campo non si è mai avvertita la sensazione che fosse un 'rincalzo' dei titolari.

Nella stratosferica stagione dal punto di vista offensivo del Napoli, in cui ben 17 calciatori sono riusciti a trovare il gol anche se solamente due (Kvaratskhelia e Victor Osimhen) sono andati in doppia cifra, ha pesato e non poco la disponibilità in rosa di due panchinari di lusso come Giovanni Simeone (27) e Giacomo Raspadori (23).

In occasione delle numerose assenze di Osimhen, entrambi gli attaccanti sono riusciti a non farlo rimpiangere nonostante essi stessi siano stati vittime di problemi fisici: il primo, da cui ci si aspettava il salto di qualità dopo la stagione di Verona, ha messo lo zampino in due vittorie fondamentali per la stagione del Napoli: l'1-2 di San Siro contro il Milan e il 2-1 casalingo contro la Roma; il secondo, alla sua prima esperienza importante dopo Sassuolo, ha deciso in extremis il match contro lo Spezia per poi scrivere la storia del club napoletano in Europa con 4 reti in 3 partite (contro Rangers e Ajax) prima della grande gioia personale di domenica nello 0-1 contro la Juve arrivata tra l'altro su splendido assist di un altro subentrato, Elmas.