Napoli: la Osimhen-dipendenza non è un limite, ma un punto di forza

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Napoli: la Osimhen-dipendenza non è un limite, ma un punto di forza
L'amore dei tifosi del Napoli per Victor Osimhen
L'amore dei tifosi del Napoli per Victor OsimhenAFP
L'assenza del centravanti nigeriano che, quasi sicuramente, verrà sostituito in campo da Raspadori, dovrà essere un'ulteriore motivazione per gli azzurri che, anche senza il loro bomber, vogliono vendicare in Champions la dura sconfitta incassata in campionato contro il Milan. Detto questo, l'impatto in campo di un campione del genere non può ricadere su un solo calciatore ed è per questa ragione che ci sarà bisogno del contributo di tutti.

Sono poche le squadre del vecchio continente - e nessuna di queste è italiana - che non sarebbero felici e contente di essere Osimhen-dipendenti. Partiamo da un dato di fatto irrefutabile. Più forte è un calciatore e maggiore è la possibilità che la propria squadra dipenda da lui.

Anche i più grandi teorici del calcio moderno non hanno mai negato che, alla fin fine, a fare la differenza sono i grandi giocatori. Quanto fatto a Barcellona da Pep Guardiola con Lionel Messi è una chiara dimostrazione del fatto che quando hai in squadra un fuoriclasse del genere devi far di tutto per metterlo a suo agio.

Ed è per questa ragione che nessuno aall'obra del Camp Nou - tranne chi di calcio sa poco - si è mai rammaricato della Messi-dipendenza. Anzi, benedetta sia (stata). Allo stesso modo, non si può di certo negare l'evidenza, ossia che c'è un Napoli con Osimhen in campo e un altro senza di lui. Ma c'è poco da sorprendersi: è normale che sia così ed è un bene -  e giammai un limite! - per la squadra di Luciano Spalletti.

Luciano Spalletti
Luciano SpallettiAFP

Detto questo, la squadra vincente, o meglio, l'allenatore di una squadra che aspira a essere vincente è quello in grado di minimizzare gli effetti negativi dell'assenza, per una ragione o un'altra, del proprio fenomeno. E, prima della durissima sconfitta incassata in campionato contro il Milan al Mardaona (0-4), Spalletti ci era sempre riuscito: "Siamo un gruppo forte. I campioni non si piangono addosso e trovano soluzioni per giocare contro chiunque, e io ho una rosa di campioni. Dobbiamo divertirci. Non solo in lunghezza, ma in ampiezza. A partire dalla cena di stasera", ha assicurato, alla vigilia, il tecnico toscano.

Quando Victor Osimhen è tornato infortunato dagli impegni con la propria nazionale, gli esperti delle statistiche ci avevano tenuto a sottolineare come senza di lui in campo in Napoli era stato "imbattibile": sei vittorie in altrettanti incontri con una media gol addirittura migliore di quando in campo c'è lui.

Fortunatamente, però, nel calcio i numeri, per quanto importanti, non raccontano tutta la verità. Ed è per questa ragione che così come non c'era ragione di esaltarsi leggendo questi dati non è il caso di deprimersi per il passo falso commesso in campionato contro i rossoneri. Un incidente di percorso altrettanto grave si sarebbe potuto verificare anche con Osi in campo: "La forza di una squadra non è mai un’addizione dei singoli, ma delle qualità di tutti, di come si riesce a coesistere l’uno con l’altro. E noi abbiamo vinto delle gare importanti anche senza Osimhen". Appunto.

Giacomo Raspadori
Giacomo RaspadoriAFP

Dalla sua, il Milan ha incassato con una buona dose di ottimismo l'assenza del capocannoniere della Serie A, sebbene sia Stefano Pioli ("che sia fortissimo è evidente, ma il Napoli ha vinto senza di lui tutte le partite e anche noi abbiamo perso con loro") che Theo Hernández ("anche se non ci sarà Osimhen non cambia nulla, sono tutti forti, chi giocherà lo farà bene") abbiano preferito rimanere con i piedi per terra coscienti del fatto che, se nella gara del girone di ritorno del campionato italiano a imporsi sono stati loro, all'andata a vincere era stato il Napoli nonostante il bomber africano fosse stato costretto al forfait.

In quell'occasione a decidere l'incontro era stato Gio Simeone sul quale Spalletti avrebbe voluto contare anche stasera a San Siro nell'andata dei quarti di finale di Champions League. Il Cholito, però, si è fatto male a Lecce e, quasi sicuramente, al centro dell'attacco del Napoli ci sarà Giacomo Raspadori che non è ancora al 100%, ma dovrà sforzarsi per avvicinarsi il più possibile alla propria miglior versione. Lo scenario e la posta in palio lo esige.

Detto questo, l'impatto in campo di un campione del genere non può ricadere su un solo calciatore. Se fosse possibile non avrebbe senso parlare di Osimhen-dipendenza che, invece, come abbiamo visto, esiste. Ed è per questa ragione che ci sarà bisogno del contributo di tutti. Da Raspadori a Alex Meret e, in maniera particolare, a Khvicha Kvaratskhelia, l'altro fenomeno della squadra di Spalletti. Toccherà a lui compiere un ulteriore passo al fronte: sia dal punto di vista tecnico tattico che della leadership.