L'addio di Vialli e la discesa agli inferi, l'annus horribilis della Sampdoria

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L'addio di Vialli e la discesa agli inferi, l'annus horribilis della Sampdoria
L'addio di Vialli e la discesa agli inferi, l'annus horribilis della Sampdoria
L'addio di Vialli e la discesa agli inferi, l'annus horribilis della SampdoriaAFP
Dodici anni dopo l'ultima retrocessione, il club blucerchiato vive un momento difficilissimo, con mezza città a sentire la paura di una catastrofe

Un rumore sordo ma fragoroso quello della Sampdoria che sprofonda in Serie B dopo un campionato triste e poverissimo. Perché quando a cadere è un gigante, il frastuono crea un inquinamento acustico assordante. Di quelli che non si dimenticano più.

La stagione dei blucerchiati, terminata ieri sera con l'ufficialità della retrocessione in Serie B in seguito alla sconfitta per 2-0 in casa dell'Udinese racconta una realtà cupa e grigia come quelle giornate uggiose che caratterizzano lo sfondo della famosa lanterna. Una giornata uggiosa, anzi tempestosa, solo nella metà sampdoriana di una città la cui altra faccia festeggia la promozione del Genoa in Serie A, a certificare la peggiore situazione possibile per i tifosi blucerchiati. 

Un addio lancinante

Gianluca Vialli
Gianluca VialliProfimedia

Già messi malissimo in campionato fin dal primo momento, con soli tre punti messi in saccoccia nelle prime 10 uscite, la Samp è stata poi affossata nel morale dalla scomparsa di Gianluca Vialli, uno dei protagonisti della vittoria dello storico Scudetto nella stagione 1990-91, deceduto dopo una lunghissima malattia il 6 gennaio scorso. L'inizio più funesto possibile per una società già disastrata al suo interno per i tantissimi debiti accumulati e per un gioco che non riusciva a decollare, nonostante la vittoria in casa del Sassuolo due giorni prima dell'addio all'ex attaccante.

Un terremoto devastante quello della morte di Vialli, giocatore simbolo di un'epopea che rimarrà inarrivabile nella Genoa di fede blucerchiata, la cui dipartita aprì una ferita troppo grande nel cuore di un'istituzione e di un ambiente già eccessivamente sprofondati nel disagio e nella depressione. Dopo questa perdita, infatti, gli uomini allenati da Dejan Stankovic non si sono più ripresi, perdendo ben quattro partite di fila e dando l'impressione di essere l'unica squadra davvero senza speranze in un campionato nel quale anche Verona e Cremonese, messe malissimo all'epoca, hanno dato segnali di ripresa e ancora oggi si giocano la permanenza in Serie A.

L'incubo del fallimento

Antonio Romei
Antonio RomeiProfimedia

Se, però, la discesa in B è già di per sé una pessima notizia, quella del possibile fallimento apre a una tragedia a tutti gli effetti. 

La gestione di Massimo Ferrero, che nei primi anni ha sopperito alla mancanza di un'efficace programmazione con i suoi atteggiamenti da intrattenitore, è stata nefasta e ha portato allo scenario attuale. Uno scenario fatto di minacce di morte da parte dei tifosi, stufi di vedere la loro squadra sprofondare nella tristezza e nella mediocrità sportiva. Uno scenario da Serie B, se non addirittura da fallimento. 

A tal proposito sono importanti le parole del vice presidente Antonio Romei: "La Sampdoria è un patrimonio fondamentale del calcio italiano, con i suoi stupendi tifosi, la sua storia, il suo marchio e i suoi colori e deve assolutamente andare avanti. La Serie B deve essere un punto di partenza, questa storia non può finire se non ripartendo per nuovi obiettivi e nuovi traguardi. Questo è fondamentale".

Il problema alla base, però, sono i 40 milioni che servono per salvare la società, che ne ha inoltre accumulati ben 200 di debiti. Lo scenario, dunque, è di quelli apocalittici, perché oggigiorno a qualsiasi imprenditore converrebbe acquistare una Samp fallita dal punto di vista economico. Per quanto riguarda quello sportivo, invece, un club così storico nel baratro della C sarebbe solo l'ennesima dimostrazione che spesso le cose fatte alla leggera, per non dire all'italiana, sfociano in conseguenze devastanti.