Il Siviglia vince l'Europa League, per la Roma ancora una volta fatali i calci di rigore

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Il Siviglia vince l'Europa League, per la Roma ancora una volta fatali i calci di rigore

Mourinho con Matic
Mourinho con MaticAFP
In vantaggio con Dybala alla metà del primo tempo, i giallorossi sono stati ripresi dagli spagnoli. Ai rigori è stato decisivo il portiere degli spagnoli Bono. Per la Roma è la seconda finale europea persa, dopo quella del 1984 contro il Liverpool in Coppa dei Campioni, sempre ai calci di rigore. Per Mou è la prima. Per il Siviglia è la settima vinta su sette in Europa League.

Fin quando in campo c'è stato Paulo Dybala, la Roma aveva potuto toccare il cielo, o meglio la coppa, con almeno un paio di dita. Un anno dopo, un altro tiro mancino sembrava orientare la Roma verso il trionfo in una competizione europea. Se l'anno precedente era toccato a Nicolò Zaniolo, autore della rete che regalò la Conference, stavolta sembrava che l'acuto dell'argentino sarebbe potuto bastare per vincere l'Europea League.

Ma il Siviglia non è il Feyenoord, e ha avuto il carattere e la determinazione per riuscire a riprendere la partita e portarla a casa dopo 142' minuti tra tempi regolamentari e supplementari. Per la Roma è la seconda sconfitta in una finale europea, dopo quella persa contro il Liverpool in Coppa dei Campioni  allo stadio Olimpico sempre ai rigori. Ed è una sconfitta che fa malissimo, soprattutto al pubblico giallorosso, che quest'anno non ha mai abbandonato la propria squadra. Stavolta non è servito neanche un portafortuna delle finali come Mou.

Stoccata

Il gol di Dybala
Il gol di DybalaAFP

La scintilla di Dybala per innescare Celik, che dopo pochi minuti aveva già dato un saggio della sua abilità creando dal nulla un'azione che metteva Spinazzola in piena area di rigore, ma l'esterno calciava troppo centrale. Poi imbeccato da Mancini, il fantasista segnava da centravanti, come ai tempi del Palermo. Come quando gioca libero di fare quello che vuole e che, seppur a mezzo servizio, può essere decisivo e anche storico. Quello di stanotte, infatti, si tratta del primo gol di un argentino in una finale europea 12 anni dopo quello segnato da Lionel Messi nella finale 2011 contro il Manchester United

Il Momentum del primo tempo
Il Momentum del primo tempoStats Perform

Il numero 21 era, come quasi sempre in questa stagione, l'alfa e l'omega delle azioni della Roma. Mourinho, che ha fatto pretattica per giorni, lo ha rischiato fin da subito sperando di poter reggere, e nel primo tempo ha avuto ragione, dato che è stato un affondo del mancino di Cordoba a dare il provvisio vantaggio. Un vantaggio che illudeva non poco, e che durava per quasi mezz'ora. 

Sfortuna

L'autogol di Mancini
L'autogol di ManciniAFP

La ripresa ha visto gli spagnoli, facendo leva sull'orgoglio e sulla loro tradizione nelle finali di Europa League, spingere sull'acceleratore fin dall'inizio della ripresa. L'autogol di Mancini, arrivato dopo un cross dell'inesauribile Jesús Navas, rimetteva tutto in parità, con gli iberici a cercare la gran rimonta. 

Poi, spazio al nervosismo, con la panchina della Roma ad andare in escandescenze per una gestione peculiare dei cartellini da parte dell'arbitro Taylor, il quale in qualche farà parlare di sé per il suo metro di giudizio. Un metro molto inglese, proprio come lui. 

La sfortuna si palesava di nuovo in un batti e ribatti nei pressi della linea di porta del Siviglia, con Ibañez che svirgolava in modo goffo da pochi passi dopo un miracolo di Bounou. Lo stesso brasiliano, pochi minuti dopo, sfiorava quanto bastava il pallone per fermare Ocampos, provocando ai tifosi giallorossi un blocco della respirazione per un lungo minuto, periodo nel quale il direttore di gara prima fischiava il rigore e poi tornava indietro dopo la revisione al Var.

Forcing Siviglia

La mappa di calore di Ocampos
La mappa di calore di OcamposStats Perform

Aumentavano poi i giri gli andalusi, che nella seconda parte della ripresa hanno confermato di essere più in forma e di poter gestire il palleggio. Il moto perpetuo di Ocampos, uno dei più in palla in assoluto, dava sempre spazio e profondità in avanti alla squadra di Mendilibar, nonostante i nulli varchi trovati davanti a Rui Patricio. 

Belotti sfiorava il gol della vittoria a dieci minuti dalla fine, mentre Smalling si ergeva a solito gran baluardo in un finale nel quale l'unica soluzione era quella di resistere al miglior palleggio degli avversari. Una resistenza che portava ai supplementari, dove Mou tentava la mossa El Shaarawy per dare maggiore profondità ai suoi, con Belotti invece a lottare da solo lì davanti.

Entrambe le squadre erano però ormai stremate, e i due quarti d'ora extra venivano vissuti come un largo cammino verso il patibolo dei calci di rigore. Il tutto dopo praticamente 142' minuti di gioco totali. Un supplizio infinito che poteva essere stroncato da Smalling, il cui colpo di testa a pochi secondi dalla fine andava sulla parte alta della traversa.

Rigori fatali

Sotto la curva del Siviglia, si esaltava Bono, già protagonista ai Mondiali. Gli errori di Mancini e Ibañez erano fatali ai giallorossi, ma la beffa diventava il penalty decisivo di Montiel, fatto ripetere dal Var per un presunto movimento anticipato di Rui Patricio, che aveva parato la conclusione precedente.

La settima Europa League in sette finali per il Siviglia è un'altra pagina di storia. La Roma torna a casa logorata da una stagione nella quale avrebbe potuto svoltare con questo titolo, e che invece finirà per essere mediocre, visti gli scarsi risultati in Italia. Per Mou, che perde la sua prima finale in assoluto, potrebbe essere la fine dell'avventura a Roma.