Una Coppa Italia firmata Vlahovic: il serbo segna l'unico gol che regala il titolo alla Juve
È stata una vittoria allegriana, nella notte in cui il tecnico della Juventus può aver vinto il suo ultimo titolo in qualità di guida dei bianconeri. E a porre la firma per il trionfo col minimo scarto nella finale di Coppa Italia contro l'Atalanta è stato un Dusan Vlahovic entrato in campo con entusiasmo e voglia di vincere. E, ovviamente, di segnare. Perché il lampo immediato del serbo, che al quarto minuto approfittava di una difesa avversaria troppo alta e male allineata, era di quelli rabbiosi.
Dopo aver resistito a una carica di Hien, il centravanti balcanico colpiva Carnesecchi con il destro, il suo piede meno preciso. Come a voler dire: "La risolvo a prescindere da ogni cosa". E, in effetti, così è stato. Perché l'acuto dell'ex attaccante della Fiorentina è stato di quelli incisivi, nonostante sia arrivato molto presto. Ma la Juve targata Allegri, che non è certo spettacolare, è una squadra rognosa che una volta in vantaggio difficilmente si fa riacciuffare quando in gioco c'è un titolo.
Nella ripresa Gasperini provava il tutto per tutto, facendo cinque cambi in venti minuti, l'ultimo dei quali quello di Toloi per De Roon, infortunatosi nel contrasto col quale aveva impedito poco prima del 64esimo il raddoppio a uno scatenato Vlahovic, lanciato in contropiede da Chiesa, e poi uscito in lacrime. Il serbo avrebbe poi chiuso teoricamente il match con un altro guizzo dieci minuti dopo, ma il VAR annullava il suo centro del raddoppio per un leggero fuorigioco. Le occasioni di Lookman e Miranchuk erano quasi aneddotiche per gli orobici, che stasera in campo sono stati annullati dall'ottima occupazione degli spazi da parte dei bianconeri, più vogliosi di portarla a casa all'Olimpico.
Vlahovic, nonostante tutto, non ha mai smesso di lottare, andando spesso anche a recuperare palla nella propria metà campo e cercando di far salire la sua squadra per guadagnare metri su metri. L'obiettivo di portare a casa un titolo, il primo della sua avventura juventina, era troppo importante. E così, quasi un anno dopo la possibilità di lasciare Torino per l'Inghilterra, Vlahovic ribadisce di essere un pezzo fondamentale per la Vecchia Signora. E a confermare di ciò la standing ovation del pubblico al momento della sua sostituzione a dieci minuti dalla fine.
All'81esimo ci si metteva anche la fortuna, personificata nella base del palo alla destra di Perin che ricacciava il tiro secco di uno scatenato Lookman. Un palo che, tuttavia, veniva pareggiato dalla traversa colpita con forza da Miretti all'83esimo. L'inerzia finale era favorevole alla Juve, che si imponeva con forza su un'Atalanta ultimamente indigesta a tutti. L'ultimo frame vedeva Allegri venire espulso per una delle sue reazioni, culminata stavolta non solo nel classico spogliarello della giacca ma anche in una veemente protesta verso tutto l'ordine degli arbitri con un "Dov'è Rocchi?" urlato ai microfoni a bordo campo prima di venire accompagnato a forza negli spogliatoi.
È stato lui, tuttavia, a vivere una piccola grande rivincita dopo una stagione piena di critiche. E che si conclude, nonostante tutto, con un titolo. La 15esima Coppa Italia bianconera. L'unica gioia di un triennio recente dove nella Torino di sponda bianconera l'ambiente è stato spesso depresso.