Qualche giornale stamattina ha titolato "clamoroso". In realtà nella sconfitta di Alcaraz contro Dimitrov c'è qualcosa di sorprendente ma niente di così clamoroso per chi conosce questo sport e non si ferma a dettagli come la posizione in classifica o la recente vittoria dello spagnolo a Indian Wells. Chi conosce questo sport sa infatti che per una previsione contano molto di più altri fattori, come le caratteristiche del giocatori, la loro forma e la superficie su cui si gioca.
Ecco perché personalmente non sono rimasto così sorpreso della vittoria del bulgaro a Miami e avevo comunque messo in conto atroci sofferenze per il n.2 del mondo. I motivi sono semplici: Grigor Dimitrov è in una forma smagliante e il suo tennis dà fastidio ad Alcaraz, che già aveva perso l'ultimo scontro diretto a Shanghai. Soprattutto, lo spagnolo gioca meglio su cementi più lenti come Indian Wells, mentre Miami favorisce più tennisti come Sinner, Zverev e lo stesso Medvedev che affronterà il nostro azzurro. È vero che Alcaraz ha vinto a Miami nel 2022, ma è anche vero che l'ha fatto contro Ruud, più a suo agio sulla terra che sul cemento, anche se ha vissuto uno straordinario livello di forma in quel 2022 che lo ha portato ad alzare il livello su tutte le superfici.
La bestia nera Zverev
Non è velocissimo neanche il cemento di Miami, non veloce come Shanghai ad esempio, dove Alcaraz ha preso una lezione da Dimitrov (Shanghai è il cemento più veloce di tutti tra gli ATP 1000), ma sicuramente lo è più di quello di Indian Wells, che è quasi una superfice rossa, per quanto è lenta. Motivo per cui non sorprende neanche la sconfitta di Sinner nella Coachella Valley, e conferma il livello che ha raggiunto l'altoatesino.
Diverso il discorso su Zverev e Medvedev. Perché se è vero che Dimitrov è in gran forma, e anche vero che uno Zverev in condizione ideale sulle superfici veloci va a nozze, e contro il bulgaro ha uno score impressionante di 7-1 di cui 5 vittorie su 7 ottenute sul cemento, mentre l'unica sconfitta è su un campo indoor. Ecco perché nonostante la grande forma di Dimitrov non bisogna lasciarsi ingannare: paradossalmente per il bulgaro, su questa superficie, un avversario come Zverev è più pericoloso anche del n.2 spagnolo.
Se infatti Alcaraz soffre le sue variazioni, i suoi tagli sulla palla che lo mandano fuori giri, per Zverev la situazione è differente. Certo è anche che il tedesco si ritroverà di fronte un avversario ben diverso da quello incontrato in quei match. E con la legge dei grandi numeri dalla sua parte, il bulgaro è pronto anche a smentire i precedenti che lo vogliono quasi sempre perdente. L'ex "baby Federer", oltre a essere finalmente in grandi condizioni fisiche, è anche maturato mentalmente, riacquistando la fiducia in se stesso che aveva perso.
Merito degli allenamenti con Daniel Vallverdu and Jamie Delgado, ex allenatori di Andy Murray, che sono ripartiti dalle basi tecniche ma soprattutto dalla serenità mentale: "Abbiamo un patto nel team sullo stile di gioco che deve mantenere sia in caso di vittoria che di sconfitta - ha spiegato tempo fa Vallverdu -, non importa se quel giorno si sente bene o male o se l’avversario gioca in maniera differente. Con questa chiarezza, piano piano, sta ritrovando il tipo di gioco che aveva negli anni passati. Con Grigor è importante fargli capire quanto sia fondamentale rimanere concentrati sul proprio lato del campo: siamo tornati alle basi per riacquistare la fiducia persa". Mentre per quanto riguarda la tecnica, stanno soltanto cercando di mettere in condizione Grigor di utilizzare al meglio i suoi colpi: "Ha due punti di forza: il servizio e il dritto - ha detto Valleverdu -. Dobbiamo provare ad usarli il più possibile. Ci stiamo lavorando da mesi e, negli ultimi giorni, possiamo vedere quanto sia migliorato”.
L'ex tabù è ancora un avversario pericoloso per Sinner
E veniamo all'incontro che più ci preme da italiani, quello tra il numero 3 Jannik Sinner e il numero 4 Daniil Medvedev che vale la finale di Miami. Questo sarà per Sinner un match molto difficile, ma è anche arduo sbilanciarsi sul vincitore perché l'italiano, sconfitto proprio da Medvedev nella finale dello scorso anno in due set (7-5 6-3), è cresciuto a dismisura nella parte finale del 2023 mantenendo lo stesso livello nel 2024.
Difficile dire come andrà stavolta dopo quattro testa a testa vinti dall'altoatesino che ha sfatato il tabù russo da tempo, anche se sicuramente per Sinner sarà durissima. E anche se da italiano tifo spudoratamente per lui, non mi sorprenderei neanche di una finale Medvedev-Zverev, che tra l'altro sarebbe una sfida nella sfida, vista la rivalità tra il russo e il tedesco. Ci sarebbe comunque da divertirsi, anche se personalmente spero di vedere in finale Sinner, e ci sono comunque possibilità che questo avvenga.
Queste sono soltanto considerazioni basate sugli elementi di campo oggettivi, ma i precedenti non devono ingannare perché ad esempio nel caso di Dimitrov e Sinner la crescita è stata esponenziale e può cambiare tutto. Ogni partita fa storia a sé, e la condizione di forma fisica e mentale in cui si arriva a un incontro a questi livelli è sempre la variabile più determinante.