OPINIONE - Sulla strada di Sinner appare ancora la figura minacciosa del Djoker, i motivi per essere ottimisti

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OPINIONE - Sulla strada di Sinner appare ancora la figura minacciosa del Djoker, i motivi per essere ottimisti
Jannik Sinner
Jannik Sinner AFP
Nella semifinale degli Australian Open di stanotte, Sinner si ritroverà di fronte ancora una volta Novak Djokovic, pronto a vendicarsi dopo la sconfitta in Coppa Davis. E a farlo sul terreno amato degli Australian Open. Ma il tennista italiano non parte sconfitto, e c'è qualche motivo per sperare.

Ci risiamo. Sinner-Djokovic sta diventando un classico, e un appuntamento al cardiopalma per il pubblico, soprattutto italiano, che ormai guarda con le stelline negli occhi i match tra questi due tennisti straordinari. Merito dell'altoatesino, che nell’ultimo anno è cresciuto in maniera esponenziale tecnicamente e mentalmente mettendo in dubbio l’esito di un incontro fino a un po’ di tempo fa quasi scontato.

Riuscirà Jannik a ripetere l’impresa della Coppa Davis contro questo Djokovic? Qui, “in casa sua”, tra l'altro, perché il serbo sguazza sulla superficie degli l’Australian Open come se stesse in infradito in giardino. Parlano i numeri: è alla sua 11esima semifinale a Melbourne, avendo vinto tutte le dieci precedenti prima di portare a casa per dieci volte anche il trofeo. Un mostro, ma si sa. E nell’antro australiano mette paura come un grizzly in agguato.

La carriera di Novak Djokovic
La carriera di Novak DjokovicFlashscore

I motivi per un cauto ottimismo

Prima di parlare del suo avversario, il “nostro” Sinner, cerchiamo di trovare il pelo nell’uovo. Il serbo ha 36 anni. Trentasei primavere non sono poche. Anche se non le dà a vedere, ci sono limiti umani. Il primo è quello della stanchezza, che con gli anni si accusa di più. Djokovic ha perso fin qui un set contro Prizmic, Popyrin e Fritz, rischiando di perderne due anche se poi ne è uscito alla grande. Quei tre set, insieme a tre tie-break (vinti) lo hanno tenuto in campo circa 3 ore più di Sinner (15 ore e 18 minuti contro 11 ore e 48 minuti).

Al di là delle vittorie non proprio esaltanti, quello che si è notato è anche una certa inedita difficoltà di Djokovic a trasformare le palle break. Si è vista soprattutto contro Fritz, che comunque in battuta è devastante. E sebbene Jannik abbia fatto progressi enormi in questo colpo fondamentale grazie al lavoro con Vannozzi e Cahill, non ha la potenza dell’americano per annullarle tutte col servizio. A differenza di Fritz però Sinner è molto più abile nel gioco da fondo e può tenere testa al serbo.

I precedenti tra Sinner e Djokovic (esclusa la Davis)
I precedenti tra Sinner e Djokovic (esclusa la Davis)Flashscore

La forza mentale di Sinner 

L'azzurro può far leva anche su una forza mentale ormai da primo della classe. La stessa mostrata contro Rublev, “umiliato” per la quinta volta e lasciato con un’infinita frustrazione dopo avergli annullato 8 palle break. Quello che colpisce è anche il modo in cui Sinner le ha annullate, al di là della solita freddezza e nonchalance altoatesina, con 2 ace e 3 servizi vincenti in cinque occasioni, mettendo quasi sempre la prima. 

Ecco i dettagli che infondono un po’ di ottimismo, perché se è vero che Melbourne è il giardino di casa di Djokovic, è anche vero che Sinner ha sicuramente più possibilità contro il serbo sul cemento che sull’erba o sulla terra battuta. Sempre che il dolorino addominale accusato contro Rublev sia stato veramente “aria nello stomaco per cibo indigesto” come specificato dall’altoatesino e non l’indizio di qualcosa di più preoccupante muscolarmente.

La strada per la gloria è ancora lunga

Insomma, perché non dovremmo essere fiduciosi di un tennista che è in una forma stratosferica e non ha perso neppure un set in tutto il torneo, lasciando solo due servizi e salvando 26 palle break su 28. Certo, dall’altra parte c’è Djokovic, il n.1 al mondo, che ha anche il dente avvelenato con l’azzurro, però non è da trascurare l’effetto stanchezza del serbo che potrebbe essere anche acuito dal caldo del pomeriggio australiano. Un vantaggio che Sinner potrebbe sfruttare, specie se partirà - come immaginiamo - all’attacco sin da subito.

Stanotte, anzi domani mattina, sapremo se l’italiano avrà passato l’esame di maturità più difficile, cioè al di là di quello davanti allo scranno del prof. Djokovic, la tensione di una semifinale Slam. Senza contare che superato l’ostacolo serbo non bisognerà anticipare proclami trionfalistici perché Medvedev e lo stesso Zverev hanno un gioco che ha sempre infastidito Sinner. Nonostante l'altoatesino negli ultimi tempi dia l’impressione di essere diventato immune a tutto, il russo è apparso meno nervoso del solito e il tedesco, rinato. Insomma, la strada per la gloria è ancora lunga e irta di ostacoli.

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FirmaFlashscore