Sabalenka: "Non ho mai affrontato così tanto odio negli spogliatoi, è veramente difficile da capire"

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Sabalenka: "Non ho mai affrontato così tanto odio negli spogliatoi, è veramente difficile da capire"
Aryna Sabalenka
Aryna SabalenkaProfimedia
La bielorussa, numero due del mondo, ha parlato dei problemi per il ruolo del suo Paese nell'invasione dell'Ucraina, dicendo di aver avuto anche "strane conversazioni" con i membri delle squadre delle giocatrici.

Come alleato della Russia, la Bielorussia ha permetto alla truppe di Putin di utilizzare anche il suo territorio per lanciare l’attacco all’Ucraina. Un motivo che è stato sufficiente per vedere il suo paese corresponsabile della guerra in corso e, di conseguenza, anche i suoi atleti. Come quelli della Russia, infatti, anche i bielorussi sono stati classificati neutrali dall'inizio del conflitto e perciò stati banditi da Wimbledon lo scorso anno.

Aryna Sabalenka ha parlato di questo momento strano per lei e di come quello che sta succedendo ha peggiorato le sue relazioni con l'entourage delle giocatrici. "È stato davvero difficile capire che ci sono così tante persone che mi odiano senza motivo", ha detto Sabalenka prima dell’inizio del Miami Open, dopo aver perso la finale di Indian Wells contro la kazaka Elena Rybakina. “Io non ho fatto nulla. È stata davvero dura per me vivere questo momento perché non ho mai affrontato tanto odio negli spogliatoi. Ci sono molti haters su Instagram quando perdi le partite, ma nello spogliatoio non ho mai visto una cosa del genere”.

"Ho avuto- ha continuato Sabalenka, non dico litigi, ma conversazioni strane, non con le ragazze, ma con alcuni membri delle loro squadre. È stata dura. È stato un periodo difficile. Ma ora le cose stanno migliorando".

La situazione politica sta influenzando irrimediabilmente anche il tennis. L’ucraina Lesia Tsurenko si è ad esempio ritirata dal match contro la stessa Sabalenka dichiarando di aver avuto un attacco di panico dopo una chiacchierata con l'amministratore delegato della WTA Steve Simon sulla risposta che dovrebbe dare lo sport all'invasione della Russia.