Serie A, Milan: la crisi è ancora mini, ma è totale

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Serie A, Milan: la crisi è ancora mini, ma è totale

Serie A, Milan: la crisi è ancora mini, ma è totale
Serie A, Milan: la crisi è ancora mini, ma è totaleProfimedia
L'eliminazione rimediata in Coppa Italia contro il Torino, nonostante la superiorità numerica, ha messo in evidenza problemi strutturali che vanno bel oltre una sconfitta: dalla costruzione della rosa fatta dalla società, alla gestione di Pioli, al livello dimostrato da alcuni calciatori.

Nulla è perduto, eppure tutto è di nuovo in discussione. La cocente sconfitta (0-1) incassata in Coppa Italia - contro un Torino che, a San Siro, è riuscito a spuntarla in inferiorità numerica - è, però, solo la punta dell'iceberg. E già, perché il Milan campione d'Italia, quello chiamato a difendere il titolo conquistato con enorme merito la scorsa stagione, sembra essersi smarrito.

Parlare di crisi, con i rossoneri ancora vivi in Champions League e a sette punti dal Napoli capolista in campionato, sarebbe sicuramente affrettato. Eppure, i primi segnali di cedimento ci sono. Non a caso, dopo il ko di ieri, Stefano Pioli, d'accordo con la società, ha chiesto ai propri ragazzi di passare la notte a Milanello.

Crisi totale

Un mini ritiro per quella che potremmo definire una mini crisi. Questo, però, non vuol dire che il momento di difficoltà sia totale e non riguardi tutti i livelli di una realtà che, fino alla scorsa primavera, sembrava essere riuscita a trovare un virtuoso equilibrio tra le vittorie in campo e le decisioni lontano dai terreni di gioco.

E, invece, ieri sera, gli unici all'altezza della situazione sono stati i tifosi: superare i 60 mila tagliandi venduti per una gara di Coppa Italia in una sera di mezzo inverno non è da tutti. Ed è proprio dalle gradinate di San Siro che il Milan deve ripartire perché anche e soprattutto i fischi potrebbero servire a evitare che la mini crisi possa dilatarsi nel tempo comprommettendo l'intera stagione.

Come dicevamo, a essere finiti nel mirino delle critiche - per il momento fievoli, ma non per questo superficiali - sono un po' tutti: dai dirigenti, all'allenatore, ai calciatori.

A cominciare, proprio, dalla scelta di Paolo Maldini e Frederic Massara di concentrare buona parte degli sforzi estivi nell'operazione conclusa, poi, con il trasferimento di Charles De Ketelaere a Milano. Sulla qualità del trequartista belga non ci sono dubbi, come sul fatto che abbia bisogno di un po' di tempo per ambientarsi e capire meglio come funziona la Serie A. Come sappiamo, però, i tifosi sono impazienti, le critiche della stampa puntuali, e il rischio di bruciare un talento che non ha dimostrato grandissima personalità finora potrebbe essere molto alto.

C'è poi un'altra considerazione da fare: la priorità del mercato non avrebbe dovuto essere quella di portare a Milanello un centravanti in grado di competere sul serio con Olivier Giroud per la maglia da titolare? Sotto questo aspetto, l'ingaggio di Divock Origi, infortunio a parte, non è sembrato, sin dal primo momento, un'intuizione all'altezza dei dirigenti che hanno contribuito, con le loro decisioni, a riportare in alto il Milan.

Pierre Kalulu
Pierre KaluluAFP

Prova ne sia che, contro il Torino, a giocare al centro dell'attacco è stato proprio CDK, uno che preferirebbe partire venti metri più indietro. Ed è proprio su questo punto del mini processo che, sul banco degli imputati, sale Stefano Pioli che, per la seconda volta consecutiva dopo il 2-2 contro la Roma, ha dato la sensazione di non aver saputo leggere la partita e dare al suo Milan quello di cui aveva bisogno.

L'aspetto più preoccupante di tutta questa situazione, però, è l'evidente differenza tecnico-tattica esistente tra gli undici-tredici calciatori titolari e il resto della rosa. Concentrarsi esclusivamente sullo spilungone ventunenne belga potrebbe finire per allontanare il Milan dalla soluzione ai suoi propri problemi, perché le brutte prestazioni di CDK, esattamente come la sconfitta contro il Toro, fanno male, ma sono solo la punta dell'iceberg.