L'aiuto dal cielo, l'ennesimo capitolo dell'eterna relazione tra Messi e Maradona

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L'aiuto dal cielo, l'ennesimo capitolo dell'eterna relazione tra Messi e Maradona
L'aiuto dal cielo, l'ennesimo capitolo dell'eterna relazione tra Messi e Maradona
L'aiuto dal cielo, l'ennesimo capitolo dell'eterna relazione tra Messi e Maradona
AFP
La vittoria del Mondiale è solo l'ultima assonanza nelle carriere dei due idoli del calcio argentino

Accomunati da sempre, per talento, piede preferito e paese di nascita, Lionel Messi e Diego Armando Maradona hanno scritto ieri l'ultima pagina di una relazione fatta di infinite similitudini. È stato al momento del calcio di rigore decisivo di Gonzalo Montiel quando il capitano attuale dell'Argentina ha chiesto l'intervento divino dal cielo del suo idolo, colui che prima di lui aveva portato l'Albiceleste al trionfo mondiale.

Il labiale del numero 10 era chiaro: "Diego, dáselo", ossia "Diego, daglielo". L'invocazione a chi non è più in terra ma che da lassù poteva guidare l'Argentina alla prima alla vittoria della Coppa America e poi a quella dei Mondiali ha sigillato un'unione "ultraterrena" tra i due.

Fin dal momento della sua nascita Messi è stato unito a Maradona. Venuto al mondo poco dopo il trionfo in campionato del Pelusa con il Napoli, il ragazzino di Rosario avrebbe seguito la stella cometa del suo predecessore. Mancino come Diego, Messi seminava gli avversari con il suo dribbling imprendibile e tracciava assist figli di un talento innato. L'incedere e la maniera di giocare lo avrebbero sempre accostato a Diego, dal quale sarebbe stato allenato ai Mondiali 2010. In quell'occasione Messi da calciatore superstar e Maradona da commissario tecnico.

I tantissimi successi con il Barcellona stridevano invece con le frequenti sconfitte in finale con l'Argentina, dove Messi veniva rimproverato della mancanza di carattere e carisma, qualcosa che Diego aveva nel sangue. Poi, un giorno, l'addio del Pelusa al mondo terreno ha cambiato tutto.

Quattro giorni dopo la sua morte, il 29 novembre 2020, in un freddo e vuoto Camp Nou il Barcellona sfidava l'Osasuna. Al 73esimo, Messi dava un saggio di tutta la sua classe siglando il quarto gol dei suoi con un sinistro da sempre suo marchio di fabbrica. Dopo aver gonfiato la rete, l'allora capitano blaugrana si toglieva la maglia per mostrare quella del Newell's Old Boys versione 1993, anno nel quale lo stesso Maradona l'aveva vestita durante la sua tappa nel club di Rosario, la squadra del cuore di Lionel.

L'omaggio di Messi a Maradona nel 2020
Profimedia

A partire da quel momento, il vincolo etereo tra i due avrebbe beneficiato l'erede designato, al quale il popolo argentino aveva sempre rimproverato un'assenza di leadership, specialmente con la maglia della Selección addosso. Prima, il trionfo in Coppa America, la rottura del catenaccio arrugginito che bloccava la strada del successo di Messi con la sua amatissima Argentina. Poi, il Mondiale.

La consacrazione. Una consacrazione arrivata invocando il nome del D10S del calcio, colui al quale anche Messi non ha mai osato accostarsi per varie ragioni. Su tutte quella di aver rappresentato un idolo popolare al di là delle vicende prettamente calcistiche.

Oggi, Messi è un po' più vicino a Diego. E tutta l'Argentina festeggia entrambi. Perché nel Pantheon c'è posto per tutti, specialmente se sono invitati dalla divinità principale.