Juventus, i fantasmi del 2006: occhio alla possibile fuga di talento

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Juventus, i fantasmi del 2006: occhio alla possibile fuga di talento
Talenti in fuga?
Talenti in fuga?Profimedia
Oltre che nei tribunali e in campo, il club bianconero e il suo fiammante cda saranno costretti a schivare gli avvoltoi ed evitare che molti dei propri campioni decidano di forzare il loro addio in caso di mancata qualificazione alla prossima edizione della Champions League: Vlahovic, Chiesa, Rabiot e Locatelli fanno gola a molti

Ora più che mai dipende tutto dalla Champions League. I 15 punti di penalizzazione inflitti dalla Corte federale ha respinto la Juventus fino al decimo posto in classifica. Al netto dei ricorsi e dei controricorsi che continueranno a succedersi nei prossimi mesi, in questo momento, sono 12 le lunghezze che separano i bianconeri dalla quarta piazza.

E così, i nuovo rivali diretti della squadra di Massimilano Allegri non sono più il Napoli, l'Inter e il Milan, ma hanno i colori sociali della Lazio, della Roma e dell'Atalanta, prossimo avversario dei bianconeri nella sfida in programma domani sera allo Stadium.

Per un club come la Juventus, la quarta piazza è il minimo sindacale, anche ora, anche con 15 punti in meno. E già, perché le conseguenze di una mancata qualificazione alla massima competizione continentale sarebbero devastanti.

All'ombradello Stadium sono tornati, infatti, a farsi vedere sia i fantasmi di Calciopoli che gli avvoltoi che, più o meno a ragione, approfittarono di quella situazione. Di certo, la situazione non è - o, quantomeno, non dovrebbe essere - drammatica come quella del 2006, quando la Juve fu costretta, per la prima volta nella propria storia, a disputare un campionato che non fosse la Serie A.

Retrocessione che provocò un effetto domino di mal di pancia e successivi addii in estate: su tutti quelli di Zlatan Ibrahimovic, Emerson, Gianluca Zambrotta, Patrick Viera, Fabio Cannavaro e Lilian Thuram.

Uno scenario che fa venire i brividi ai tifosi bianconeri che, per il momento, non vogliono nemmeno pensarci, ma che potrebbero essere costretti a farlo se con il passare delle giornate la propria squadra non riuscirà a ridurre il proprio distacco dall'Europa.

Ma chi potrebbero essere i nuovi Ibra? Per fare una fotografia più o meno oggettiva della situazione bisogna dare un'occhiata alla scadenza dei contratti dei calciatori bianconeri.

Al capitolo 2023 ci sono alcuni calciatori che sono destinati ad andare via comunque: Alex Sandro e Angel Di Maria. Arkadiusz Milik, invece, potrebbe decidere di rimanere e a Juan Cuadrado potrebbe essere chiesto l'ultimo servizio prima di trasferirsi in Arabia Saudita.

Adrien Rabiot
Adrien RabiotAFP

A preoccupare maggiormente sono i contratti di Leandro Paredes e, soprattutto, di Adrien Rabiot e Manuel Locatelli: come convincerli a firmare il rinnovo senza poter garantire la Champions League?

Quella dei 2023 non è l'unica classe di accordi che il fiammante cda della Juve dovrà abbordare prima dell'inizio della prossima stagione. A terminare il proprio vincolo con i bianconeri nel 2024 sono quattro calciatori: Wojcieh Szczesny, Leonardo Bonucci, Danilo e Daniele Rugani.

L'esempio di Gigi Buffon e Alessandro Del Piero, però, dovrebbe garantire la continuità del portierone polacco e del capitano, sebbene anche gli altri due abbiano dimostrato in più di un'occasione di sentire i colori bianconeri.

La preoccupazione più grande del club e dei tifosi, però, è quella di poter perdere i propri fuoriclasse. L'infortunio che lo ha tenuto fuori combattimento per tutta la stagione dovrebbe invitare Paul Pogba a non creare altri problemi alla squadra che ha scommesso di nuovo su di lui.

Discorso completamente diverso, invece, per Dusan Vlahovic che, già nei giorni scorsi, è stato oggetto e soggetto di speculazioni e rumors vari che lo vorrebbero via (all'Arsenal?). Eppure il nuovo progetto Juve non può - o, quantomeno, non dovrebbe - non ripartire dal proprio calciatore franchigia che ha un contratto in vigore fino al 2026, ma che senza Champions potrebbe forzare il proprio addio.

Stesso timore con Federico Chiesa, l'altro crack che fa gola a mezza Europa. Il su contratto scade nel 2025 e questo dovrebbe bastare a trattenerlo a Torino. In caso contrario, la Juve avrebbe bisogno di un altro cda, perché quello attuale non si sarebbe dimostrato all'altezza della situazione.