Spalletti: "L'Italia deve fare un calcio bello, vedo Kean come possibile centravanti

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Spalletti: "L'Italia deve fare un calcio bello, vedo Kean come possibile centravanti

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Spalletti: "Non mi fermo alla panchina d'oro, l'Italia deve fare un calcio bello"
Spalletti: "Non mi fermo alla panchina d'oro, l'Italia deve fare un calcio bello"Profimedia/IMAGO
Vincitore del primo come miglior allenatore dell'anno scorso, il commissario tecnico azzurro guarda avanti

Vincitore della panchina d'oro relativa alla stagione 2022-23, Luciano Spalletti ha parlato al margine dell'evento di stamani. L'ex allenatore del Napoli, capace di vincere uno Scudetto dopo 33 anni, ha iniziato il suo commento proprio sulla sua esperienza al club partenopeo: "Non voglio altre Panchine d'oro, sono già troppe queste qui, spero che questo premio lo possano vincere anche colleghi bravissimi che non hanno potuto far vedere la loro qualità. Ce ne sono tanti, come detto precedentemente, debbo ringraziare un'altra volta quelli che mi hanno permesso di vincere questa panchina, dai giocatori ai dirigenti, come Giuntoli, ma anche la società con a capo Aurelio De Laurentiis. Quando ho visto il video mi è venuto quasi da piangere per quello che ho vissuto in quel momento lì. Alla città vanno fatti i complimenti perché sono riusciti ad accogliere qualunque tifoso di diverso colore che voleva gioire. La vittoria vera è senza confini, tutti possono partecipare e divertirsi".

Sulla nazionale

Il suo proposito principale, però, è quello di trovare un miglioramento importante alla guida dell'Italia: "Bisogna cercare cose nuove, essere in evoluzione continua, prendere e imparare, sistemare cose fatte da altri e cercare di metterle dentro le caselle giuste. Me le sono fatte tutte le postazioni per essere il Ct della Nazionale, so quale qualità ci sia nei miei colleghi, ricevere la panchina significa ricevere stima di allenatori fortissimi che hanno fatto vedere come si gioca a calcio al mondo intero. Questo è il massimo della felicità per chi fa questo lavoro".

Interrogato sulla prossima avventura all'Euro 2024, il tecnico toscano ha dichiarato: "Ho cominciato a pensarci sin dal primo momento in cui ho ricevuto la telefonata di Gravina, per diventare Ct. Ero in giardino a passeggiare con il mio cagnolino, da quel momento lì penso a questi tre anni, devo tentare di mettere a disposizione quello che ho, di essere migliore di quello che sono, consumare il mio tempo dentro quel pensiero lì. Non posso fare promesse di nessun genere, ma sono convinto che i nostri calciatori sapranno far vedere quello che è un po' l'idea di tutti, cioè che avranno un po' di timore anche gli altri". 

Per Spalletti è arrivato il momento in cui gli azzurri devono ritrovare la scintilla persa: "Dentro le competizioni, noi come Italia, riusciamo a subire questa forza per la storia che abbiamo, per i calciatori che hanno vestito prima la maglia azzurra. Gente come Buffon è fondamentale, l'ho apprezzato da calciatore, ma adesso come collaboratore. Pensa di essere quello che può dare dei consigli. Ultimamente hanno fatto vedere che non sono infallibili, se noi portiamo storie belle come fa Gigi diventare una scorciatoia per il massimo".

Sul centravanti

Alla domanda su chi dovrebbe giocare come terminale offensivo in nazionale, Spalletti non ha glissato, facendo un nome su tutti: "Io ci metterei Kean, perché poi ha fatto vedere di essere un calciatore forte, bisogna andare ad avere l'opportunità, dentro queste convocazioni, di avere giocatori che possono fare anche altri ruoli, diventa fondamentale. E diventa fondamentale non sentirmi dire che questo calciatore se è in condizione, se è in forma, però c'è la partita che la può risolvere da solo... Io ho solo una gara da far bene, ho bisogno delle certezze. Quelli che hanno bisogno di essere stimolati possono stare a casa, io non stimolo nessuno. Se prendo gente e poi devo stimolarla vuol dire che ho sbagliato a convocare la persona. Hai addosso la maglia della Nazionale, la più bella di tutti, devi avere tu il tuo stimolo. Vieni qui, pettinato a festa, mettendo a disposizione tutto quanto per quella partita lì, non che io debba sperare che si abbia il vento a favore oppure il campo in discesa. Il campo è pari, dobbiamo essere al loro livello".

Su Sinner e Riva

Interpellato sulla vittoria di Jannik Sinner all'Australian Open, il Ct azurro ha chiarito cosa apprezza dell'altoatesino: "Tutto, ha quella semplicità, umanità, essere un ragazzo tranquillo, che ha fatto del lavoro, dell'umiltà, la sua forza maggiore... Io ci vorrò parlare con Sinner perché ci saranno delle cose da assorbire, dalle quali uscirne più forti".

Poi una menzione d'obbligo a Gigi Riva, scomparso la settimana scorsa: "Era il personaggio non personaggio, che usava l'essere personaggio per donare agli altri. Quando lui aveva la palla e mirava tra il palo della porta e il palo di sostegno la metteva sempre lì. Essere allenatori diventa difficile se non hai quella qualità e quella umanità".

Pre Inter-Juventus

Poi, la chiosa d'obbligo relativa alla grande sfida della Serie A che avrà luogo domenica a San Siro tra Inter e Juventus: "Per me il campionato italiano riceve da qualsiasi partite. Se uno vuole prendere le storie belle nel calcio, nel campionato, ce ne sono moltissime prendendo momenti delle partite e portare un contributo di crescita. In questo siamo perfetti, poi ci sono altre storie dove vogliamo rimanere quelli, cioè le sconfitte le viviamo come fossero la fine del mondo. Prima si poteva andare a prendere la maggior parte delle convocazioni da tre squadre sole, cioè Juventus-Milan-Inter che portavano il blocco squadra, ora prendiamo giocatori dall'Atalanta, dal Sassuolo e dal Genoa. Tutte le cose che propongono le partite sono un contributo importante".