Lazio, Tudor: "Non sono un sergente di ferro"

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Lazio, Tudor si presenta: "Non chiamatemi sergente di ferro, qui cultura del lavoro"

Igor Tudor
Igor TudorAFP
Il nuovo tecnico della Lazio è intervenuto a Formello per presentarsi alla stampa.

"Se mi rivedo nel termine 'sergente di ferro'? È una brutta descrizione. Come ha detto il presidente Lotito, serve un po' di carota e un po' bastone. Posso dire però che in quattro giorni qua non ho mai dovuto alzare la voce in allenamento".

Così Igor Tudor, neo allenatore della Lazio, nel corso della conferenza stampa di presentazione a Formello, che ha parlato anche delle sue motivazioni: "La Lazio è una squadra importante, si accetta perché è la Lazio. Già dall’esterno, avevo l’impressione che il tecnico fosse importante per il progetto che si ha in mente. Non voglio parlare dei singoli, preferisco prima valutare ciascuno. Scelgo in base a quello che vedo sul campo. Nella palestra c’è una scritta che mi rappresenta tanto perché è la voglia che c’è nel prepararsi alla vittoria che porta a vincere le partite”."

"La squadra mi ha lasciato buonissime impressioni, sono bravi ragazzi, con una cultura del lavoro per la quale va fatto onore a Sarri", ha aggiunto.

Poi, Tudor ha continuato: "I ragazzi sanno che si può e si deve fare meglio, ma vedere tanta professionalità è un buon inizio. Per la mia esperienza, è più facile allenare in Italia che all'estero". 

Una battuta anche su Ciro Immobile: "Tutto il popolo laziale ama Ciro, è un ragazzo di cuore, ha voglia di dare il suo contributo. Mi piace il calcio offensivo, ma deve sempre esserci equilibrio".

Lotito: "Non è una scelta dettata dalla necessità"

"La scelta dell’allenatore non è dettata dalla necessità ma una scelta ponderata dopo un evento imprevisto. Ho ritenuto fosse la persona giusto per far esprimere al meglio le potenzialità dei nostri giocatori, sia in termini tattici che tecnici", ha detto riguardo la scelta del nuovo tecnico il Presidente Claudio Lotito. 

Il numero uno biancoceleste ha anche rivelato: "Penso che il mister sia la persona giusta sia sotto il profilo personale e tattico sia su quello motivazionale. Non ho fatto questa scelta per tamponare un’emergenza. Il mio rapporto con lui non è cominciato prima delle dimissioni di Sarri”.