La lezione di Italiano al Napoli di Garcia e i rimpianti di De Laurentiis

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La lezione di Italiano al Napoli di Garcia e i rimpianti di De Laurentiis

La lezione tattica di Italiano nel glorioso tempio occupato abusivamente da Garcia
La lezione tattica di Italiano nel glorioso tempio occupato abusivamente da GarciaProfimedia
Il tecnico viola, corteggiato lungamente da De Laurentiis in estate, ha messo in ridicolo il suo collega in un Maradona che ha mal digerito la scelta del patron

A Napoli, negli ultimi anni, aveva sviluppato un palato fino, calcisticamente parlando. I gustosi manicaretti della squadra allenata da Luciano Spalletti e coronatasi campione d'Italia a maggio avevano fatto la felicità dell'animo e dello stomaco dei partenopei, che ogni domenica si recavano al Diego Armando Maradona per rimpinzarsi di bel gioco e soprattutto di vittorie. 

Ieri sera, invece, a mettere sul tavolo la portata più deliziosa è stata la Fiorentina di Vincenzo Italiano, chef presentatosi a Fuorigrotta con la ricetta ideale per rendere ridicolo quanto proposto dal suo antagonista per 90 minuti, ossia Rudi Garcia. Il francese, che ormai da anni non si dilettava più in ristoranti stellati, ha dimostrato di aver perso il buon gusto e ha finire per cuocere troppo i suoi, apparsi meno reattivi fisicamente degli avversari, i quali giovedì sera avevano faticato per 97 minuti in Conference League.

A Napoli l'amarezza è forte, soprattutto perché la sconfitta è arrivata per mano di un tecnico che ieri sera avrebbe potuto sedere sulla panchina di casa, per molti occupata ormai abusivamente da Garcia, uno che da anni era lontano dal calcio che conta e che veniva da una pessima esperienza in Arabia.

Sliding doors

La meritata vittoria della Fiorentina è in primis dovuto all'ottima proposta di gioco di Italiano, il quale era stato corteggiato tantissimo in estate da Aurelio De Laurentiis. Il motivo, la sua idea di calcio che ben avrebbe potuto continuare quella di Spalletti, sia per una questione di modulo sia per il tipo di proposta molto legata al possesso di palla. Ma la decisione del patron azzurro di non rompere i buoni rapporti con il presidente viola Rocco Commisso, con il quale Italiano aveva ancora un altro anno di contratto, non ha permesso il tanto desiderato matrimonio.

Ieri sera, quindi, il Napoli ha vissuto un amarissimo sliding doors. Perché con Italiano in panchina Garcia sarebbe rimasto a spasso, ma soprattutto la Fiorentina non avrebbe dominato così tanto al Maradona, dove l'esterno sinistro Parisi, errore sul rigore su Osimhen a parte, e il catalizzatore Bonaventura sono stati grandi protagonisti esaltati dal gioco del loro undici. Un undici molto più compatto in intenti e sentimenti di quello azzurro, che sembra ormai dilaniato al suo interno.

Tatticamente Italiano ha impartito una lezione assoluta a Garcia, che non ci ha capito niente in nessun momento, ed è stato perfettamente imbrigliato da una Fiorentina propositiva e mai arroccatasi in difesa, ma tutto il contrario. Il gol dello 0-1 di Brekalo, infatti, nasce da un'incursione decisiva di Martinez Quarta, un centrale difensivo, che ha fatto sballare le marcature in area azzurra. 

Cambi incomprensibili

In casa Napoli Garcia sembra essere ormai un pesce fuor d'acqua. Anzi, totalmente bollito, come esemplificato dai cambi scellerati che ha effettuato, primo tra tutti quello di Raspadori per Anguissa, che ha sfilacciato la squadra con ancora un'ora abbondante da disputarsi. E da quel momento, a parte alcuni sprazzi, gli azzurri non sono mai riusciti a essere ficcanti con costanza. E il gol arrivato solo su rigore e dopo un regalo degli avversari è stato un netto segnale.

La sensazione diffusa a Napoli è che tra allenatore e gruppo squadra le relazioni siano ai minimi termini. Tra rumori di presunta autogestione e di sabotaggio, l'unica certezza è che Garcia in conferenza stampa ha scaricato colpe ai calciatori, i quali, eccezion fatta per capitano Di Lorenzo, non hanno parlato dopo la sconfitta ma le cui facce in campo al momento di alcune sostituzioni sono state più che eloquenti. E se due senatori azzurri come lo stesso Di Lorenzo e Politano lo hanno fulminato con lo sguardo, un motivo ci sarà.

Il francese ha parlato di grinta e anche di "cazzimma", cercando di far sorridere qualcuno in conferenza stampa. Ma a Napoli l'umore è cupo e il solo addio di Kim rispetto all'anno scorso non può essere l'unica causa di un'evidente involuzione di gioco e, dunque, di risultati effettivi. Il tempo per cambiare rotta c'è ancora, ma Garcia dovrà mettere più forza nei muscoli per maneggiare il timone azzurro. E, magari, chiedere anche a qualche sottoposto di dargli una mano a dirigerlo.