"Le società possono legittimamente andare a fare lo stadio dove ritengono, io personalmente ritengo che sia un errore clamoroso per le società non fare lo stadio a Milano. Credo che uno stadio fuori Milano sia ingestibile perché io non so quanti vigili ha Rozzano, come fa a schierare 100 vigili quando c'è la partita? Qui è illusorio, secondo me si stanno raccontando anche un sacco di frottole".
Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine della presentazione della mostra di Piero della Francesca, commentando l'ok della Regione per il nuovo stadio dell'Inter al progetto di Rozzano sul quale il primo cittadino afferma di non avere "ricevuto nessuna comunicazione ufficiale".
70 mila posti
Lo scorso 5 ottobre, il club nerazzurro ha ottenuto dal Comune di Rozzano l'approvazione alla variante al Piano di governo del territorio che prevede l'inserimento del nuovo impianto che dovrebbe essere da 70 mila posti e realizzato dallo Studio Internazionale Populous, che aveva presentato uno dei progetti per il nuovo San Siro.
"Una frottola che sento dire - ha aggiunto Sala - è che le società garantiscono la sicurezza, ma dove? Non lo possono fare. Credo che sia un errore macroscopico delle società, ma credo che dal loro punto di vista possono recriminare il fatto che da noi c'è il vincolo e le nostre lentezze, non siamo riusciti a dare risposte in tempi brevi. Non voglio considerare questa partita finita".
Caos in consiglio
Anche sullo stadio a San Donato per il Milan, Sala vede "difficoltà" perché "i parcheggi sono necessari essendo la metropolitana a un chilometro e un mezzo. Non credo che si possa fare un parcheggio nel parco Sud né alla Maura. Io invito solamente le squadre a ripensarci".
E che la situazione stia sfuggendo un po' di mano lo dimostra quanto successo ieri durante il consiglio comunale di San Donato che aveva all'ordine del giorno la discussione sulla petizione contro il nuovo progetto: la discussione è durata cinque ore, tra contestazioni, polemiche, tre interruzioni e l'intervento delle forze dell'ordine.