ESCLUSIVA Virdis: "Il Napoli è favorito, ma il calcio è bellissimo..."

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ESCLUSIVA Virdis: "Il Napoli è favorito, ma il calcio è bellissimo..."
1 maggio 1988: Virdis stende il Napoli di Maradona
1 maggio 1988: Virdis stende il Napoli di MaradonaTwitter
In un'intervista esclusiva a Diretta.it, l'ex attaccante sardo del Milan, che decise con una sua doppietta il Napoli-Milan più importante e controverso della storia (quello del 1 maggio 1988), ricorda quell'incontro e analizza il momento delle due squadre in vista delle tre sfide in 16 giorni tra azzurri e rossoneri

Capocannoniere alla fine della stagione '86-'87, Pietro Paolo Virdis è stato ha deciso il Napoli-Milan più importante della storia, quello disputato, il primo maggio del 1988 allo stadio San Paolo, tra la prima e la seconda della classe. La doppietta dell'ex attaccante sardo permise ai rossoneri di superare, dopo una lunga rincorsa, il Napoli di Diego Armando Maradona in vetta alla classifica, a tre gionate dalla fine del campionato di Serie A, inaugurando di fatto la lunga stagione di trionfi del Milan di Silvio Berlusconi.

In molti definirono quel 3-2 a favore del Milan come la vittoria del Nord contro il Sud.

"In realtà l'unica cosa a cui pensavamo era di riuscire a superare il Napoli che avevamo rincorso per lungo tempo e finalmente avevamo l'occasione per farlo".

Ancora oggi si ricorda quell'incontro come uno dei più belli, importanti e controversi della storia del campionato di Serie A.

"Quella partita è stata davvero fantastica. L'abbiamo affrontata con grandissima determinazione anche perché ci siamo arrivati al momento giusto".

Esclude, quindi, che ci sia stata una mano nera dietro la sconfitta del Napoli.

"Non ho mai dato retta a queste cose. Ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire qualcosa. Quello che so è che affrontammo quella gara in maniera decisa contro un Napoli determinato e voglioso che riuscimmo a battere sul campo".

Gli stessi calciatori del Napoli riconobbero la superiorità del Napoli dicendo che si era vista la differenza "tra una squadra che corre di più e una che corre meno".

"Loro avevano fatto grandi cose in precedenza, ma noi arrivammo meglio a quella gara. A differenza loro, che erano in calo, noi eravamo in grande condizione".

A quasi 40 anni da quel duello leggendario, che effetto le fa vedere Milan e Napoli di fronte in un quarto di finale della Champions League?

"È una grande gioia perché finalmente le squadre italiane sono tornate al loro livello. Il Napoli sta facendo un grande campionato e anche in Champions va a gonfie vele. Il Milan, invece, in campionato ha avuto un momento di difficoltà difficile da comprendere, ma devo dire che in coppa c'è sempre stata. Sarà entusiasmante vedere questo scontro".

Crede che l'esperienza europea del Milan possa servire a colmare il gap rispetto alla squadra che sta dominando la Serie A?

"Questo è quello che sperano tutti milanisti, ma non lo so... Per il momento quello che possiamo dire è che, da una parte, c'è una grande squadra che non è in grande spolvero e, dall'altra, un Napoli che, invece, viaggia a cento all'ora e sta facendo cose fantastiche".

Insomma, il cuore dice Milan, la testa Napoli...

"Sì, gli azzurri sono favoriti, ma il calcio è bellissimo...".

I duellanti
I duellantiProfimedia

La sensazione è che a Pioli manchi un Virdis là davanti.

"In realtà, la squadra ha potuto contare sempre su un grande Giroud che è riuscito a mantenere la squadra ad alti livelli. Credo, invece, che sia venuto a mancare un po' dell'equilibrio dello scorso anno. Il rendimento di qualche calcaitore è comprensibilmente calato, ma i problemi delle altre squadre non deve assolutamente inficiare la grandezza del Napoli che, in classifica, è nettamente avanti e con grande merito".

Ha avuto modo di chiacchierare con Paolo Maldini sui problemi della squadra in attacco?

"Sinceramente, no. È da un po' che non ci sentiamo".

Con Pioli fino alla fine, senza se e senza ma?

"Mi è sempre piaciuto, devo dire l'anno scorso è stata una gran bella sorpresa. È stato bravissimo a esaltare le qualità degli uomini che aveva a sua disposizione. In questo momento, invece, la squadre è un po' un difficoltà. Manca la continuità dell'anno scorso e anche lui è un po' in difficioltà. Detto questo, sono cose che possono capitare a un allenatore. Mi auguro davvero che riesca a trovare le contromisure".

I suoi maestri rossoneri furono Liedholm e Sacchi. A Cagliari, Radice. Da chi ha imparato di più?

"Un po' da tutti, ma mi piace ricordarne un altro che ho avuto sempre a Cagliari. Si chiamava Mario Tiddia e fu lui a restituirmi la fiducia e la sicurezza nelle mie qualità quando rientrai dalla Juventus".