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Mbappé non riesce a schivare le domande sul suo futuro: "Il contratto in scadenza non mi pesa"

Mbappé
Mbappé AFP
Il centravanti francese incalzato in conferenza stampa con la sua Nazionale, poi chiarisce: "Ora, la Francia prima di tutto".

"Vado in campo per vincere, penso a quello, il contratto in scadenza non mi pesa": Kylian Mbappé ha rotto il silenzio stampa in nazionale, tornando in conferenza dopo una lunga assenza alla vigilia del match di qualificazione a Euro 2024 contro Gibilterra.

"Qui con la Francia la leadership è condivisa - ha detto l'attaccante, capitano dei Bleus - Percio' avevamo deciso che a volte avrei parlato io, a volte Griezmann, a volte Maignan. Ora e' di nuovo il mio turno".

Inevitabili le domande sul contratto col Psg che scade a giugno, e che lo ha portato anche allo scontro con il suo club. "Sono venuto qui come capitano della squadra francese e vorrei rimanere tale anche per i giorni a venire - il dribbling di Mbappe' - Se questa domanda è importante per voi, dovete venire al campo del Psg, me lo chiedete e se sono in conferenza stampa rispondo. Ora, la Francia prima di tutto".

In ogni caso, ha aggiunto Mbappè, "in campo non penso a questo, penso solo a giocare, a vincere titoli, ho sempre fatto così, ho sempre avuto tante cose da sopportare fuori e questo non mi ha impedito di raggiungere ciò che ho ottenuto".

La replica alle parole del suo coach

Luis Enrique, dopo la sua tripletta al Reims, ha commentato con un 'non ha giocato una buona partita', e il 24enne talento francese non ha nascosto un po' di sorpresa: "Bisogna chiedere a lui il perché di questo tempismo, ma io l'ho presa molto bene. Lui - ha concluso Mbappé - è un grande allenatore, ha molto da insegnarmi, sono a un livello della mia carriera in cui voglio migliorare e diventare un giocatore completo", ha detto l'attaccante.

"Ho lavorato molto bene con gli allenatori che ho avuto, con Pochettino, con Tuchel, allenatori che in un certo senso hanno parlato male di me: ciò non mi ha impedito di giocare molto bene e di avere un ottimo rapporto con loro. Non ho bisogno che l'allenatore dica che sono il migliore al mondo, per giocare bene".