Le frecce verdeoro
Nilton Santos, Djalma Santos, Carlos Alberto, Roberto Carlos, Cafu, Dani Alves, Marcelo, Maicon, e probabilmente ne dimentichiamo qualcuno. Sono i terzini che hanno fatto la storia e sono tutti brasiliani. Giocatori che hanno fatto la fortuna della nazionale verdeoro e delle loro squadre di club.
Per il Brasile il terzino di spinta è sempre stato una peculiarità, quasi un marchio di fabbrica. Con la loro velocità e tecnica, i terzini brasiliani hanno rivoluzionato il concetto di calcio offensivo, trasformandosi in vere e proprie ali capaci di sconvolgere gli equilibri e disorientare le difese avversarie con dribbling, cross e tiri al fulmicotone come nel caso di Roberto Carlos, le cui i bombe da lontano sono diventate leggendarie.
Una crisi generazionale
Una tradizione che è stata interrotta bruscamente oggi. Si resta quasi increduli nel constatare come la squadra di Tite in Qatar non solo non abbia quest’arma a disposizione, ma addirittura pecchi nella fantastica rosa piena zeppa di talento di terzini efficaci, tanto che il ct brasiliano starebbe pensando a una difesa a tre.
I titolari più esperti, Danilo (31) e Alex Sandro (31), sono anni luce lontani dai tempi del Porto e ora nella Juventus sono impiegati come centrali. Entrambi costretti con la maturità a rivedere il proprio ruolo: il terzino destro già dopo il fallimento al Manchester City, mentre quello sinistro dopo le pessime stagioni in maglia bianconera. La situazione nel reparto è talmente grave da aver portato Tite a richiamare il vecchio Dani Alves (39), l’ultimo della generazione dei fenomeni nel ruolo.
Alves oggi ha 39 anni e gioca con l’UNAM Punas in Messico. Una scelta che ha lasciato sconcertati gli stessi brasiliani, tanto da portare a numerose polemiche in patria verso il commissario tecnico verdeoro. D’altronde il ct non aveva molte scelte. Oltre a Danilo e Sandro, che sulla carta partirebbero titolari, ha portato Alex Telles (29) e Militao, quest’ultimo forse più a suo agio come centrale che come terzino di destra.
Nessun fenomeno all'orizzonte
Hanno fatto rumore le esclusioni di Renan Lodi (24) e Emerson Royal (23) che forse vista la penuria avrebbero fatto comodo. Per il resto in patria c’era rimasto poco: Fagner (33) del Corinthians è un suo pupillo ma ha fallito nelle esperienze al PSV e al Wolfsburg, mentre Léo Gomes (26) pur facendo bene al Gremio non è certo un fenomeno. Chi potrebbe avere buone prospettive future è Yan Couto (20) del Girona, ma è comunque troppo poco per una nazionale abituata alle migliori frecce difensive del pianeta e della storia. È vero che le generazioni passano e le cose cambiano, ma una crisi così evidente in quel ruolo che è sempre stato un fiore all’occhiello è qualcosa che a livello giovanile deve far riflettere il calcio brasiliano.