Bayern-PSG: due corazzate, due modelli a confronto, due mondi contro

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Bayern-PSG: due corazzate, due modelli a confronto, due mondi contro
Goretzka e Muller in allenamento
Goretzka e Muller in allenamentoAFP
Bavaresi e parigini sono stati entrambi i paladini della Uefa nella battaglia contro la Superlega. Eppure, quello teutonico è un modello totalmente diverso da quello parigino, innaffiato dall'acqua del Golfo Persico

Sei Champions League, con annesso badge che attesta l'appartenenza alla nobiltà del calcio europeo, sono i gradi di un Bayern Monaco che nel continente ha davvero poche squadre che possono guardarlo negli occhi. Perché vincere è il merito più grande da mostrare in un curriculum, e se a farlo ci si arriva attraverso una determinata filosofia, l'orgoglio cresce. Ma non solo: quella di Monaco è una società che dà l'esempio a tante, per sostenibilità, tradizione e vicinanza ai tifosi, che raramente lasciano vuoti nell'Allianz Arena.

La sfida casalinga di oggi al Paris SG non è solo un ottavo di ritorno di Champions, bensì anche uno scontro con un modello completamente opposto, contro una nuova ricca che ancora non parla l'esperanto necessario per invadere ogni luogo del continente e cerca di farsi avanti come può con una lingua tutta sua.

Contro Lionel Messi e Kylian Mbappé, principali rappresentati dell'enorme potere d'acquisto del club francese - in assenza di quel Neymar che è e resterà il calciatore più caro della storia - il giovane fenomeno delle panchine Julian Nagelsmann, coetaneo dell'argentino, vuole ribadire che i soldi non fanno la felicità neanche nel calcio.

Un modello esemplare

"Noi abbiamo i conti a posto" ha detto il presidente del club bavarese Oliver Kahn a l'Equipe due giorni fa. Una dichiarazione neanche troppo velata di come in Baviera nessuno fa un passo più lungo della gamba. Tutto il contrario di quanto accade a Parigi, dove nonostante l'interesse di preservare la centralità della Champions League sia lo stesso di quello che hanno a Monaco, non si bada a spese. Al di là del presunto Fair Play Finanziario, le cui modalità lasciano il tempo che trovano e che non viene mai realmente rispettato, gli approcci dirigenziali sono totalmente diversi. 

Oggi al Psg comanda un direttore sportivo come Luis Campos, venuto dal basso ma comunque più un affarista che un uomo cresciuto allacciandosi gli scarpini ogni giorno. Il presidente, Nasser Al-Khelaifi, non solo si trova nella bufera per situazioni politiche incresciose, ma con gli allenatori fa le bizze quasi quanto un Cellino o uno Zamparini di turno, per via di quella Champions League che ancora gli si resiste.

Al Bayern, invece, gli ex calciatori che ne hanno fatto la storia hanno la possibilità di scrivere nuovi capitoli una volta formatisi per alcuni incarichi dirigenziali. Se prima c'era Karl-Heinz Rummenigge, oggi ci sono lo stesso Kahn e Hasan Salihamidzic, direttore sportivo, a rappresentare la squadra che hanno reso grande prima da calciatori. Anzi, loro cercano una conferma fuori dal campo a livello manageriale.

Una sfida sociale

Se a Parigi i tifosi vanno con il vento e sono capaci di fischiare Neymar e Messi per eliminazioni poi non così sconclusionate come quella dell'anno scorso contro il Real Madrid, che poi sarebbe stato campione d'Europa, a Monaco l'appoggio è incondizionato. I tifosi del Bayern sanno che il 50%+1 del club sarà sempre loro e non potrà mai essere fagocitato da giganti pompati da gas russo, petrolio arabo o capitali oltreoceano. 

Quella di stasera, dunque, sarà una vera e propria sfida sociale tra chi pensa che la grandezza, o meglio la grandeur, si può acquistare, e tra chi invece l'ha creata lavorando, sudando e attraverso un modello sostenibile che ha comunque permesso di diventare una delle regine d'Europa. Inoltre, se per il Psg la Champions è un'ossessione, per il Bayern è ordinaria amministrazione. In quanto squadra, realtà culturale e orgoglio assoluto della regione più virtuosa di tutta la Germania. 

Cannibali nei propri territori, dove da dieci anni il Bayern ha fatto incetta di titoli e il Psg ne ha vinti otto, i due paladini della Uefa si trovano oggi nell'arena con armi diverse. Armi materiali e psicologiche, in un duello che sembra più una contesa tra un manipolo di mercenari e un gruppo di soldati davvero uniti tra loro.