L'ennesimo exploit di LeBron, il Peter Pan del basket che vuole vincere ancora

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L'ennesimo exploit di LeBron, il Peter Pan del basket che vuole vincere ancora
LeBron James
LeBron JamesAFP
Reduce da una tribolata regular season, il numero 6 dei Lakers è andato in crescendo in questi playoff, dimostrando nuovamente che nell'era moderna nessuno può paragonarsi a lui

41 serie vinte ai playoff. Questo record, l'ennesimo della sua carriera, conferma nuovamente al mondo del basket chi è LeBron James, un atleta vicino ai 40 anni che non vuole invecchiare. Un Peter Pan in piena regola, uno di quei giovani dentro che non vuole sentire il passo del tempo. Un tempo inesorabile per tutti ma che fa eccezioni con i fenomeni. Come lui, appunto, che da miglior marcatore di sempre nella storia dell'NBA continua a voler stupire gli altri e anche sé stesso.

La vittoria alle semifinali di Conference dei Lakers sui Warriors lo ha visto protagonista assoluto con 30 punti, nove rimbalzi e altrettanti assist. Una quasi tripla doppia da scandalo per un atleta che a dicembre compirà i 39 anni d'età ed è nel giro da ben 20. Per LeBron le nevi del tempo sono più dolci che per la maggior parte degli atleti, nonostante un tipo di gioco che richieda un dispendio fisico sempre più esigente. 

Oltre i limiti

LeBron vs Curry
LeBron vs CurryAFP

Dopo una regular season nella quale, tra infortuni e problemi tattici della squadra, ha rischiato seriamente di perdere per la seconda volta consecutiva la qualificazione ai playoff, James è risorto come l'araba fenice, andando ben al di là del semplice record di punti segnati e trascinando, insieme a un roccioso Anthony Davis, i Lakers prima al play-in e poi alle eliminatorie che contano. Da quel momento in poi, ossia quello della verità, il classe 1984 ha vestito i panni del leader massimo, quello che non arretra davanti al pericolo e si assume la responsabilità di tirare la squadra fuori dal fango, nonché di trascinarla oltre l'ostacolo. Oltre quei limiti che il suo corpo e una carriera strepitosa gli pongono ogni giorno. Ma LeBron non si è mai sentito appagato né sazio. Al contrario, la sua voglia di vincere lo rende sempre più affamato di gloria, una gloria che alla fine è quantificabile nella parte finale del percorso. 

Prova del fuoco

Unico giocatore ad aver condotto i suoi a una rimonta nelle Finals sotto di 1-3, quando al comando dei Cavaliers sconfisse proprio i Warriors nell'atto ultimo nella primavera del 2015, James è stato nuovamente capace di provare di poter andare ben oltre i margini della sua tenuta fisica ma anche della sua psiche. E la prova del fuoco è arrivata contro il suo concittadino e rivale Stephen Curry, con il quale ha da anni creato una rivalità eterea che ha generato scontri di altissimo spettacolo. Una rivalità che ha visto oggi l'ennesimo capitolo in cui il numero 6 dei Lakers ha sciorinato tiri in fade-away, bombe da tre, assist impensabili e anche due stoppate. Il compendio globale del fenomeno. Un riuscitissimo mix tra Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar.

L'abbraccio finale tra i due dopo la sconfitta di Steph è in parte il sinonimo di un'era che potrebbe chiudersi in parte la sublimazione di una rivalità che alla fine ha visto imporsi LeBron, che ha condensato in una sola figura il talento, la forza fisica e le capacità tecniche ideali per giocare ad altissimi livelli per vent'anni. Checché ne dicano gli anelli conquistati, James è stato determinante ad alti livelli per più tempo di tutti, incluso quel Michael Jordan che tutti reputano il più grande di sempre. 

Le sue 41 serie vinte ai playoff ne confermano lo status di leggenda. Sono infatti solamente cinque le squadre che hanno fatto meglio di lui, ossia Lakers, Celtics, Sixers, Spurs e Warriors. Se serviva un'altra statistica per certificare la sua grandezza, eccola servita.