F1: che problema ha la Ferrari? L'anomalo comportamento bipolare della Rossa

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F1: che problema ha la Ferrari? L'anomalo comportamento bipolare della Rossa
Fred Vasseur
Fred VasseurAFP
Dopo il podio di Baku, la Ferrari era attesa a Miami con la speranza di un ulteriore miglioramento in termini di competitività. L'introduzione di un nuovo fondo, una messa a punto che non voleva lasciare niente al caso sembravano portare a un sano ottimismo. Invece la macchina sembra aver fatto un passo indietro. Perché?

Male male. Molto male. Nemmeno il tempo di gioire per il primo podio stagionale della Ferrari con Charles Leclerc, a coronamento di un fine settimana eccezionale a Baku, che a Miami la speranza è stata inghiottita di nuovo dai problemi. Il monegasco e il suo compagno di squadra Carlos Sainz  hanno dovuto sudare per tenere in pista una macchina nervosa, che un giro andava bene, un altro male, con un treno di gomme si avvicinava ai tempi di Aston Martin e Mercedes (a quelli della Red Bull sarebbe chiedere troppo) e con un altro peggiorava al punto che Leclerc ha dovuto persino ingaggiare una "umiliante" battaglia con la Haas di Magnussen, che si è tolto anche la soddisfazione di un contro sorpasso. Insomma, disastrosa Rossa. Anche perché ciò che è successo ieri in pista durante la gara, da esterni è inspiegabile da esterni razionalmente, visto che Leclerc e Sainz hanno avuto comportamenti opposti con gli stessi treni di gomme: se la Hard andava bene con il monegasco e la Medium no, per lo spagnolo era l’inverso. Probabilmente indice di un diverso assetto dei piloti, ma anche di confusione del team, indeciso sulla strada da prendere.

UNA SUPERIORITÀ IMBARAZZANTE

E dire che la Ferrari voleva fare le cose veramente per bene in terra americana: aveva portato un nuovo fondo e sperimentato anche un diffusore diverso con una diversa configurazione per capire meglio il grip dell’asfalto e trovare la combinazione ideale. Tutto vano, almeno a vedere i risultati di ieri. Peccato perché le qualifiche, seppur non eccezionali, avevano fatto pensare a una Ferrari buona sul giro, inferiore alla Red Bull, ma comunque dignitosa, e anche lo stesso Max Verstappen nella nona casella dello schieramento poteva far pensare a una gara difficile per il campione del mondo in un circuito cittadino.

Macché, l’olandese è stato ancora più devastante del solito e ha scalato tutte le posizioni fino a mangiarsi persino il suo compagno di squadra Sergio Perez che partiva dalla pole. Rivedere il doppio sorpasso a spese di Leclerc e Magnussen che lottavano tra loro fa male al cuore di ogni ferrarista. La naturalezza con cui la Red Bull è sfilata, neanche avesse a che fare con due doppiati a fine gara, è disarmante e indice di una superiorità netta, incontrastata, irraggiungibile, al punto da far pensare a un altro Mondiale chiuso in partenza, dove l’unica ipotesi di battaglia per l’olandese potrebbe essere quella col compagno di squadra Perez.

QUALIFICA E GARA: DUE SPORT DIVERSI

Una superiorità talmente evidente che fa restare sbalorditi persino gli stessi avversari. Nessuno, Ferrari in primis, si capacita infatti di come la Red Bull possa avere un passo così diverso in gara. Se in qualifica qualche problema gli altri possono portarlo sulla velocità nel giro secco, e le pole di Leclerc sono lì a testimoniarlo, in gara non c’è storia per nessuno: dalla Ferrari allo scatenato Alonso, passando per la Mercedes. La Red Bull fa un altro sport.

Intervistato ieri da Sky, a domanda precisa, Christian Horner, team principal della squadra di Milton Keynes, ha effettivamente fatto capire che in qualifica rinunciano a qualcosa per avere la macchina più veloce in gara, visto che è lì che si decidono i punti. Il discorso non fa una grinza, ma il problema è capire cosa. Del DRS stratosferico, nemmeno paragonabile alle altre scuderie, già sapevamo, ma è il passo gara che preoccupa perché così non c’è proprio storia. Il DRS si può migliorare, e la Ferrari è in procinto di annunciare proprio l’ingaggio di un misterioso tecnico Red Bull che ha collaborato al progetto di quell’arma letale, un inserimento che sicuramente farà fare passi in avanti su quel versante, ma qui non si tratta soltanto di DRS.

IL NUOVO FONDO: TANTO RUMORE PER NULLA (O QUASI)

Parlando della gara, se qualcosa si era capito nel comportamento della Ferrari fino al GP statunitense, è che la monoposto del cavallino gira molto meglio quando la macchina ha il serbatoio più scarico. Il nuovo fondo montato a Miami doveva servire per eliminare il porposing, cioè il saltellamento aerodinamico, visto che i tecnici si erano accorti di come la vettura girasse molto più alta da terra in gara rispetto alle qualifiche, e i 100kg in più col serbatoio pieno non bastavano a compensare la lentezza in curva.

I tecnici hanno così lavorato sulle rigidezze, cercando di eguagliare le altezze tra qualifica e gara, valutando anche un cambio di ammortizzatori per le sospensioni posteriori (pertanto un cambio del fornitore). Il problema però non sembra essere stato risolto, anzi. Le scelte azzardate di Leclerc nel setup forse hanno anche peggiorato la situazione con la vettura che ballava sui cordoli, ma con una macchina particolarmente nervosa le qualifiche non sono andate meglio.

L'ANNOSO PROBLEMA DELLE GOMME

L’assunto di partenza era giusto. Girare più alti, oltre a far perdere dai 10km/h ai 30kh/h a seconda della curva, porta a un altro inconveniente che è legato strettamente a un ulteriore problema da risolvere: l’usura delle gomme. Generare meno carico aerodinamico dal fondo causa infatti ripercussioni notevoli sull’utilizzo degli pneumatici, e se questo problema non è uscito fuori in Azerbaijan consentendo a Leclerc di mantenere la terza posizione nonostante l’attacco di Alonso, ce lo spiega proprio l’asturiano: “Penso che la Ferrari a Baku sia stata anche fortunata. L’usura delle Hard è stata inferiore al previsto. A fine gara c’è stato un importante calo delle temperature che ha permesso alle gomme di non surriscaldarsi troppo. In una gara normale e calda, probabilmente avrebbero avuto più problemi. A Miami le cose saranno diverse”.

A Miami in effetti le cose non sono andate benissimo, anche se le gomme non possono essere considerate le maggiori indiziate. Come ha detto a fine gara il team principal Ferrari, Fred Vasseur:  Non è questione di degrado perché alla fine il ritmo l’abbiamo ritrovato, è più una questione di incostanza. Era palese dal muretto.” Il problema dei pneumatici però resta: " Sainz è stato competitivo nella prima parte, poi ha faticato parecchio ad avere un passo costante dopo essere passato alle Hard - ha detto Vasseur - mentre Leclerc era in difficoltà con le Medium nei primi giri ed è riuscito a trovare un buon ritmo solo nell’ultima parte. Il primo problema da risolvere è dunque la mancanza di costanza di prestazione della SF-23, soprattutto riconducibile alla gestione delle gomme, che impedisce ai piloti di trovare quella fiducia che invece hanno in qualifica”.

Gli stessi piloti confermano la previsione di Alonso e le parole di Vasseur. “L’aspetto spiazzante – ha detto il monegasco – è che a volte abbiamo avuto la convinzione di aver fatto un passo avanti, poi ti ritrovi su una pista più calda ed ecco che ci si ritrova nuovamente fuori dalla finestra di funzionamento”.

“Possiamo spingere un giro – ha confermato Sainz – poi la tornata successiva sei più lento e non sai perché. Allora alzi il piede e cerchi di non mettere a rischio il finale di gara”.

MAXI PACCHETTI E "PSICOLOGI" DELL'AERODINAMICA

Un’incostanza preoccupante in vista di Imola, dove la Ferrari aveva promesso grandi aggiornamenti, e invece ora quasi si tira indietro smorzando le attese, sempre nelle parole del suo team principal: “Non è questione di aggiornamenti o potenziale. Eravamo in lotta in qualifica, in gara no. Dobbiamo essere costanti, chiaramente arriveranno aggiornamenti a Imola ma non sono il punto principale.”- ha chiarito Vasseur.

Al di là dell’atteso nuovo fondo, che si è rivelato al momento una delusione e dovrà probabilmente essere perfezionato, il maxi-pacchetto di Imola, che tra l’altro eroderà gran parte del budget cap a disposizione di Maranello, dovrebbe portare una nuova sospensione. Il nuovo disegno delle pance, con la SF-23 che perderà la caratteristica forma per guadagnare ancora di più in termini di aderenza (e assomigliare più alla Red Bull) dovrebbe essere invece rimandato a Barcellona. Dopo l'iniziale idea di scavarle maggiormente, si va verso la direzione di rivedere completamente la filosofia progettuale.

Sarà però basilare trovare una risposta a questa “bipolarità” della Rossa emersa a Miami. Ai tecnici Ferrari toccherà fare anche gli psicologi per curare una macchina, affetta da non si sa cosa, che versa in stato preoccupante.