Analisi, il Messico contro la maledizione

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Analisi, il Messico contro la maledizione

Analisi, il Messico contro la maledizione
Analisi, il Messico contro la maledizioneAFP
La nazionale di Gerardo Martino vuole oltrepassare l'atavico limite degli ottavi. Ce la farà stavolta?

Difficile immaginare che una delle nazionali con il punteggio più alto (attualmente 13° nel ranking FIFA) andrà ai Campionati in Qatar senza grandi aspirazioni. Eppure in Messico le aspettative dal torneo del Qatar sono estremamente limitate. Ci sono molti fattori, primo fra tutti la storia. In un paese di 130 milioni di abitanti è cresciuta un'intera generazione che non ricorda i successi sportivi della Nazionale. Il Messico ha superato gli ottavi di finale per l'ultima volta nel 1986, quando ha ospitato il torneo.

Da anni la maledizione del Messico è ormai leggendaria, una maledizione che vede la 'Tri' non riuscire mai a superare gli ottavi di finale. E quest'anno non è stato diverso. In un girone con Polonia, Arabia Saudita e Argentina, il secondo posto sembra l'unico obiettivo possibile, e in caso di qualificazione agli ottavi potrebbe esserci la Francia, oppure la Danimarca, due circostanze non favorevoli ai messicani. La maledizione, dunque, rischia di continuare. 

Tuttavia, il popolo messicano non si tira indietro e garantisce un sostegno incondizionato alla sua nazionale, come dimostra il fatto che tra i 40.000 e i 60.000 tifosi della 'Tri' si recheranno in Qatar, a prescindere dai risultati. Nel secondo scontro, quello con l'Argentina, è prevista un'affluenza importante, anche per via dell'entusiasmo che da sempre caratterizza una tifoseria che anche nella tappa di Gerardo Martino (59) sta imparando a tifare a denti stretti. 

L'arrivo del 'Tata' nel 2019 portò entusiasmo nella piazza, ricordando come aveva portato il Paraguay ai quarti di finale della Coppa del Mondo 2010, per poi essere eliminato dai futuri campioni del mondo della Spagna. I primi risultati hanno permesso al tecnico argentino di mantenere viva un'euforia della quale oggi non rimane più nulla. Ora - come afferma - è lui il nemico numero uno del Messico, con una fiducia nei suoi confronti che è andata scemando.

PUNTI DI FORZA

Il Messico di Martino gioca un calcio che non è bellissimo da vedere, ma ha i suoi vantaggi. Pressing alto, tendenza a cercare soluzioni offensive e dominio nel possesso palla: queste sono alcune caratteristiche a cui gli avversari dovranno fare attenzione. La squadra fa molti passaggi corti e tiene molto la palla nella propria area di rigore. Queste almeno sono state le caratteristiche del Messico nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo 2022.

I punti di forza a livello individuale sono l'attaccante Hirving Lozano (27) e il centrocampista Edson Álvarez (24). Al momento del trasferimento, il primo è stato il giocatore più caro di sempre della storia del Messico (circa 42 milioni di euro) e attualmente è titolare nel Napoli, squadra con la quale ha realizzato 23 gol in oltre 100 presenze. Nelle ultime due partite prima della partenza per il Qatar, inoltre, ha segnato un gol e fornito due assist, confermando così la sua buona forma attuale proprio come Álvarez all'Ajax. Mediano davanti alla difesa, il 'Machin' è diventato indispensabile per la nazionale messicana. Nel 4-3-3 impostato da Martino tocca a lui legare i reparti e dettare il gioco ai suoi compagni di squadra. Il suo carattere, inoltre, è di chi non si arrende mai, anche se a volte questo lo ha portato a collezionare vari cartellini gialli. La squadra costruita da Martino si basa sull'esperienza e molti dei suoi giocatori si conoscono molto bene. Il difensore goleador Jesus Gallardo (28) ha avuto il maggior numero di convocazioni durante il suo mandato (77), ma non è affatto il più anziano, vista la presenza di Guillermo Ochoa (38), che giocherà il suo quinto Mondiale di seguito. Parliamo di un portiere esperto che ha giocato tutte le partite delle qualificazioni e ha fatto più parate di qualsiasi altro portiere all'ultimo Mondiale.

PUNTI DEBOLI

Parlando di giocatori dall'età avanzata, il Messico conta anche Alfredo Talavera (40). Ma non è lui, il secondo portiere, a rappresentare il dubbio principale quanto la media totale di 29 anni, che rende la 'Tri' una delle selezioni più anziane del Mondiale. Così se possiamo ammirare la presenza di Alvarez a centrocampo, non possiamo non notare che il suo compagno di reparto, il capitano Andres Guardado, ha 36 anni. Inoltre, possiamo dire che la questione dell'età è simbolica della "stagnazione" del Messico sotto Martino. L'opinione pubblica ha denunciato la mancanza di forze fresche, e inoltre il gioco della squadra lascia molto a desiderare, con una velocità molto diminuita recentemente, un grave problema per una formazione a cui piace pressare alto e all'attacco.

A proposito di gioco offensivo: Lozano è un attaccante importante ma segna poco, e al Messico manca un centravanti dal gol facile. Raul Jimenez (31) non gioca da agosto per infortunio, mentre Jesus Corona (29) non è un centravanti vero e proprio, oltre a essere anche lui bloccato da tempo per un problema fisico.

Rogelio Funes Mori (31) è una buona alternativa, ma ha giocato solamente al Monterrey da agosto.

Uriel Antuna (25) ha fatto una bella figura in una recente amichevole contro l'Iraq con un gol e un assist, ma anche lui non è abituato a farsi carico quotidianamente delle conclusioni.

Henry Martin (29) sta facendo progressi nel campionato messicano e magari potrebbe essere l'alternativa giusta. In realtà, neanche Martino sembra avere le idee particolarmente chiare in questo momento.

Inoltre, per il Messico il problema del gol non è nuovo, come dimostrato nelle qualificazioni, dove non solo la 'Tri' non è riuscita a battere USA e Canada (sconfitte in trasferta, pareggi in casa), ma ha anche segnato molto meno spesso delle rivali, persino in partite con squadre più deboli. Anche le amichevoli prima del Mondiale non hanno portato ottimismo. Solo contro Iraq e Suriname il Messico è riuscito a segnare più di due gol e l'ultima grande vittoria contro un solido rivale è stata un 4-0 in un'amichevole contro la Nigeria a luglio... dell'anno scorso.

L'UNDICI TITOLARE (4-3-3)

Ochoa; Sanchez, Montes, Araujo, Gallardo; Guardado, Álvarez, Rodriguez; Lozano, Martin, Vega.

Anche i profani del calcio sanno bene che tra i pali ci sarà Ochoa, che ha difeso la porta del Messico per quattro Mondiali. L'ultima linea difensiva proposta è una delle varianti più giovani a disposizione di Martino, anche se non particolarmente audace. Contro l'Iraq è stata provata anche la variante con due giovani difensori più vicini a Ochoa, ma non sè sembrato un test particolarmente convincente in ottica Mondiale. 

Alvarez come vertice basso del triangolo di centrocampo è la base del gioco del Messico, il cui problema principale è l'attacco, reparto che non è stato preparato in modo adeguato. Lozano ha l'argento vivo addosso, e la coppia Martin-Vega ha ottenuto ottimi risultati nel campionato di casa, ma a livello internazionale non ha avuto riscontri.

DUBBI

Per i tifosi messicani i problemi in fase offensiva sono motivo di preoccupazione, e sembrano esserlo anche per lo stesso tecnico, che spera in un recupero lampo di Jimenez, l'unico che sembra poter dare qualcosa in più sotto porta.  Non c'è da stupirsi che i media messicani seguano ogni mossa di Raul Jimenez come se volessero accelerare la sua guarigione. 

Il nuovo allenatore del Wolverhampton Julen Lopetegui (56) è sembrato preoccupato per le condizioni del giocatore. La squadra è all'ultimo posto in Premier League e dovrà affrontare una dura battaglia per evitare retrocessione in primavera. Lo spagnolo avrà quindi bisogno di un attaccante nella migliore forma possibile, ed essere schierato titolare troppo presto potrebbe peggiorare il suo recupero dall' infortunio all'inguine e quindi escluderlo dai campi per un periodo più lungo. “Non è la Coppa del Mondo che è importante per me, ma i Wolves. Rispetto la sua decisione e quella dell'allenatore, ma dobbiamo difendere i nostri obiettivi".

PREVISIONE

Dalle previsioni, il Messico dovrebbe oscillare tra le seconda e la terza posizione nel girone, o per lo meno non oltre la fatidica frontiera degli ottavi di finale. Per sfatare la maledizione, la 'Tri' dovrebbe realizzare un autentico exploit puntando sulle capacità dei leader. Forse sono troppe le condizioni da soddisfare.