Allegri e il paradosso Paredes: può l'argentino giocarsi ancora le sue chance?

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Allegri e il paradosso Paredes: può l'argentino giocarsi ancora le sue chance?

Leandro Paredes
Leandro ParedesProfimedia
Nei piani della Juve doveva essere il regista che mancava dai tempi di Pjanic, colui in grado di far girare il centrocampo, problema annoso dei bianconeri e mai risolto. E invece le cose non sono andate così. Forse però c'è ancora tempo.

Desiderato, bramato, richiesto ai dirigenti e acquistato. Nella mente del tecnico doveva essere la panacea di tutti i mali bianconeri, il regista che Allegri ha sempre voluto e mai ottenuto. Fallito l’esperimento Locatelli in quel ruolo, Leandro Paredes da sempre in cima alle preferenze dell'allenatore, doveva rappresentare il fulcro del gioco bianconero. Centrocampista tecnico, capace di giocare corto e lungo, ma anche abbastanza cattivo per difendere e diventare un frangiflutti davanti alla difesa. Né PirloPjanic per intenderci, ma giocatore capace di impostare dal basso - come piace al tecnico livornese - e quindi ricoprire perfettamente quel ruolo di regista arretrato che avrebbe risolto i problemi del centrocampo bianconero.

Fin qui la teoria basata sulla conoscenza del giocatore. Eh sì perché Paredes non è certo una novità per nessuno, le sue qualità si conoscono bene, anche in Italia. Dopo essersi fatto le ossa alla Roma , con parentesi all’Empoli, l’ex Boca è finito allo Zenit, prima di approdare nel 2019 al Parco dei Principi del PSG, dove si è messo in mostra tra luci e ombre. Dopo l’esperienza parigina, la Juventus, e Allegri in primis, pensavano che quello che agli inizi di carriera era stato etichettato in patria come l’erede di Riquelme avesse in qualche modo smussato i suoi difetti, migliorando nell’interpretazione difensiva. 

Certo, il dinamismo è sempre stato un problema, così come la capacità di coprire il campo orizzontalmente o di recuperare la posizione correndo all’indietro. Però dall’altra parte Paredes poteva e può vantare una tecnica sopraffina, un piede vellutato capace di imprimere tagli al pallone inimmaginabili per molti, così come di regalare accelerazioni alla palla che si trasformano in tiri secchi e imprendibili. Soprattutto Paredes è perfetto per il possesso di palla, se si guardano i numeri. A Parigi aveva percentuali vicine al 96% nei passaggi riusciti, un’enormità.  Insomma, Paredes non è un brocco come ora lo dipingono in molti, e dopotutto è (era?) il volante dell’Argentina di Scaloni, nonché uno dei suoi pupilli. Nelle idee di Allegri doveva essere l’uomo in grado di liberare Locatelli da un ruolo che non era il suo per restituirlo a quello di mezzala. Tutto perfetto. In teoria.

E invece ora Paredes è un problema. L’argentino in bianconero ha mostrato la parte peggiore di sé sia tecnicamente che caratterialmente: sbadataggine, tempi sbagliati , come nell’occasione della scivolata che ha portato al gol del Nantes nella ripartenza, e tanta indolenza. Da sempre tipica del calciatore peraltro, che unita agli errori tecnici ne ha amplificato la negatività anche agli occhi dei tifosi. Oggi probabilmente Allegri gli darà un’altra opportunità, vedremo se il 28enne nativo di San Justo saprà coglierla. Dopotutto se il suo riscatto dal prestito del PSG in questo momento è lontanissimo, è anche vero che i parigini non hanno voglia di ritrovarsi un giocatore in estate a cui cercare una nuova casa, quindi punteranno sul rinnovo del prestito o su una cifra minore per il riscatto. Tra Paredes e la Juve il matrimonio potrebbe non finire qui, ma l’argentino dovrà mettere in mostra le sue qualità, anche perché fa rabbia vedere uno con quei piedi giocare così male. Dovrebbe farla anche a lui.