Verso Porto-Inter, LuLa calante: storia di un'intesa che non c'è più

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Verso Porto-Inter, LuLa calante: storia di un'intesa che non c'è più
Romelu Lukaku e Lautaro Martinez
Romelu Lukaku e Lautaro MartinezProfimedia
Dove prima c'era una fantastica coppia gol, oggi ci sono due attaccanti che hanno obiettivi diversi e che, per raggiungerli, non sono disposti a cedere nemmeno un calcio di rigore

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sui nuovi equilibri interni al reparto offensivo dell'Inter, gli occhi sgranati di Romelu Lukaku, chiedendo alla propria panchina di intervenire in occasione del primo rigore concesso ai nerazzurri al Picco di La Spezia, dimostrano che, rispetto alla sua prima avventura a Milano, il peso specifico del gigante belga si è decisamente ridotto.

Prima di tornarsene al Chelsea, commettendo uno dei tanti errori della sua carriera, BigRom era il leader indiscusso non solo dell'attacco nerazzurro, ma di tutta la squadra allora allenata da Antonio Conte. Ed era proprio con l'obiettivo di ricominciare la sua storia d'amore con l'Inter esattamente dal punto in cui l'aveva interrotta che, la scorsa estate, Lukaku tornò a Milano con la legittima pretesa di chiedere ai suoi ex compagni di squadra di seguirlo.

E la verità è che la fallimentare campagna 2021-2022, conclusa con il drammatico flop in campionato, lo aveva aiutato a essere riabbracciato da Appiano Gentile come il salvatore della patria. L'imprevisto, però, era dietro l'angolo e si è manifestato sottoforma di tutta una serie di contrattempi fisici che hanno minato la condizione e, parallelamente, la sua leadership.

E già, perché, nel frattempo, Lautaro Martinez ha compiuto il definitivo salto di qualità facendo quel passo al fronte che tutti gli chiedevano. Aiutato da un attaccante generoso come Edin Dzeko, il Toro ha capito che, pur con Lukaku in squadra, avrebbe potuto essere lui il principale terminale offensivo dell'Inter.

Due anni fa, infatti, un BigRom scatenato e con una percentuale decisamente migliore a quella dell'argentino dal dischetto, gli avrebbe strappato di mano la palla senza chiedere il permesso a Simone Inzaghi. Permesso che, per inciso, il suo allenatore non gli ha dato.

Alla ricerca dell'intesa perduta
Alla ricerca dell'intesa perdutaAFP

Sommato alle comprensibili difficoltà - per un armadio come lui - di ritrovare in fretta la propria migliore condizione, la retrocessione del suo status di leader sta pesando come un macigno sulle spalle di un calciatore che ha tre mesi di tempo per convincere l'Inter a non farlo tornare a Londra.

Di certo, il fatto che Inzaghi, in vista della partita di stasera a Oporto, stia pensando di lasciarlo in panchina e affidarsi a Lautaro e Dzeko, non lo aiuta né a conquistarsi un futuro a Milano né a recuperare l'autostima di cui avrebbe bisogno per tornare a essere l'arma letale che i tifosi nerazzurri avevano imparato ad amare.

Insomma, dove prima c'era una fantastica coppia gol, oggi ci sono due attaccanti che hanno obiettivi diversi e che per raggiungerli non sono disposti a cedere nemmeno un calcio di rigore.