Verso Inter-Porto: il muro di Conceição, il focoso ex che plasma le squadre sul suo carattere

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Verso Inter-Porto: il muro di Conceição, il focoso ex che plasma le squadre sul suo carattere
Sérgio Conceição
Sérgio ConceiçãoAFP
L'allenatore del Porto si distingue per la grande intensità delle sue squadre, un vero e proprio muro su cui andò a sbattere anche la Juventus.

Il suo Porto è imbattuto da quattro mesi, anche la sequela di infortuni rischia di metterlo in difficoltà. Anche stasera sono in dubbio Evanilson, Uribe, Galeno e Otavio, anche se sono partiti con la squadra e Sérgio Conceição deciderà il loro impiego solo dopo l’ultimo allenamento di rifinitura.  Quello su cui l’Inter può stare sicura però è che il Porto l’affronterà con il coltello tra i denti, come vuole il suo allenatore. Un tecnico che a Milano conoscono bene, così come a Roma sponda Lazio e a Parma, cioè nelle squadre in cui ha militato da calciatore.

UN CARATTERE PROBLEMATICO

Fumantino e deciso, lo stesso carattere che trasmette alle sue squadre, e che in passato gli ha procurato non poche grane. Esonerato dopo un quarto posto con lo Sporting Braga nel 2014-2015 per il suo atteggiamento definito dal presidente Antonio Salvador “autoritario e aggressivo nei confronti della dirigenza”, e questo dopo che l’anno precedente aveva lasciato l'Academica Coimbra dopo un’altra lite con la presidenza, stavolta per una questione di stipendi non pagati. Anche a Nantes, l’esperienza successiva, non è finita nel migliore dei modi, scappato tra gli insulti dei suoi tifosi per rispondere all’offerta del Porto, visto che, a suo dire, il presidente dei francesi voleva ostacolarne il passaggio.

INTENSITÀ E RIPARTENZE

 Come in precedenza Mou, Conceição ha portato nel calcio portoghese tipicamente caratterizzato da ritmi lenti e palleggio, pragmaticità ma soprattutto velocità, come ha spiegato in un’intervista alla rivista del Porto, Dragoes: “Amo il calcio realistico e pragmatico, amo le squadre che accelerano rapidamente verso la porta avversaria”. I ritmi del Porto di Conceicao sono sempre alti, i movimenti dei calciatori e dei reparti studiati nei minimi dettagli per la fase difensiva e offensiva. Nonostante questo, nel calcio dell’ex Lazio e Inter, il talento è lasciato libero di esprimersi, non viene ingabbiato in schemi e non gli vengono chiesti particolari sacrifici difensivi.

Uno stile di gioco diretto e impetuoso come il suo carattere che nel campo da calcio si tramuta in intensità: “Se voglio andare costantemente alla ricerca della rete - dice Conceição nella stessa intervista -, devo portare almeno cinque uomini nell’ultimo terzo di campo, così da contenere gli avversari a ridosso della propria area. L’unico modo per essere certi di far punti, però, è non prendere gol. Per mettere insieme queste due esigenze, i giocatori devono correre molto, ma sempre in maniera organizzata, coerente”. L’ossessività ricercata nei movimenti è mostrata anche nel lavoro di ogni giorno, in allenamento: “I giocatori del Porto hanno imparato a conoscere le mie regole, sanno che pretendo da loro il 100% anche in allenamento. Se faccio eccezioni, perdo credibilità nei confronti del gruppo”. Se ne accorse anche Iker Casillas, che quando arrivò da Madrid fu costretto a farsi un bel po’ di panchina nonostante il nome.

LA FORZA DEL MURO 

Nel Porto di oggi, Conceição imposta lo schema di gioco su un classico 4-4-2, anche se spesso Taremi fa il falso nueve per supportare il gioco della squadra, mentre Otavio o André Franco sulla fascia destra del centrocampo convergono all’interno per permettere la corsa di Joao Mario sulla fascia, al contrario della fascia sinistra, dove Pepê o Galeno restano aperti per sfruttare la corsia. In questo modo il Porto riesce a raggiungere l’area avversaria con quattro cinque giocatori in fase offensiva. 

Nel primo caso toccherà probabilmente a Dimarco stare attento alle avanzate del terzino destro, mentre Barella dovrà stare attento agli attacchi di Pepê. Soprattutto tutta l’Inter dovrà essere molto compatta al centro, vista la preponderanza dei portoghesi nel gioco di centrocampo. Un muro contro cui finì per sbattere anche la Juventus nel 2021, quando subì l'altissima intensità degli uomini di Conceição e soprattuto i rapidi contrattacchi in campo lungo che causarono poi l'intervento falloso in area di Demiral su Taremi che insieme al gol di Sergio Oliveira permise ai portoghesi di eliminare i bianconeri (3-2) per il calcolo dei gol segnati dopo la vittoria dell'andata al do Dragão (2-1).