Verso il derby: quando l'Inter fece grande il Milan "regalandogli" due colonne

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Verso il derby: quando l'Inter fece grande il Milan "regalandogli" due colonne

Seedorf e Pirlo al Milan
Seedorf e Pirlo al MilanProfimedia
L'allenatore argentino Cuper fu l'indiretto ma colpevole responsabile dell'exploit dei rossoneri dopo il doppio scambio che portò a Milanello Pirlo e Seedorf, due dei maggiori artefici dei successi del Milan.

Andrea Pirlo, talento cristallino fin da tempi non sospetti, ha visto la sua classe premiata da due cambi favorevoli: il primo è stato quello del passaggio dall'Inter al Brescia, squadra della sua città nella quale avrebbe incontrato Carlo Mazzone. Il secondo riguarda lo scambio che nell'estate del 2001 i nerazzurri effettuarono con il Milan cedendo il fantasista bresciano per l'esterno argentino Andrés Guglielminpietro.

Da quel momento, specialmente dopo l'annata alle Rondinelle, dove era stato trasformato in un eccellente regista dal tecnico romano, Pirlo vide la sua carriera decollare. Un altro Carlo, Ancelotti, gli aveva dato al Milan le chiavi del centrocampo. Un centrocampo nel quale approdò nello stesso periodo anche Clarence Seedorf, anch'egli epurato da Hector Cuper. L'argentino, che preferiva il suo compaesano Guly a Pirlo e scelse di puntare sull'esterno sinistro Francesco Coco come moneta di scambio per l'olandese, al quale non aveva mai trovato una posizione in campo, fu l'artefice indiretto di tantissimi successi del Milan.

Pirlo e Seedorf diventarono subito due pilastri assoluti della squadra di Carlo Ancelotti, che con loro due in mezzo al campo vinse uno Scudetto e due Champions League nel giro di quattro anni. Nel frattempo, dall'altro lato di Milano, i tifosi nerazzurri si mangiavano mani e braccia vedendo come i loro ex calciatori trionfavano con addosso la maglia dei nemici di sempre.

Uno sliding doors spesso ricordato dai tifosi rossoneri, orgogliosi di aver turlupinato in modo indimenticabile i loro rivali di sempre, traendo difatti da quel doppio scambio un vantaggio impossibile da quantificare, sia per il gioco espresso sia per i successi ottenuti. 

Fondamentalmente, se Cuper aveva acceso involontariamente la miccia, a mettere benzina sul fuoco per creare il gran falò di calcio spettacolo fu Ancelotti, arrivato a Milanello nello stesso periodo. Consapevole di avere a disposizione un infaticabile incontrista come Gennaro Gattuso, il tecnico emiliano capì subito che Pirlo disponeva anche del senso della posizione per piazzarsi con criterio davanti ai due difensori, diventando così l'origine del gioco dei rossoneri. Il passaggio dal Rigamonti a San Siro fu indolore per il regista bresciano, che se alla sua destra aveva il roccioso calabrese, a sinistra fu accompagnato dall'eclettico olandese. 

Mai totalmente compreso da Cuper, Seedorf fu schierato come mezzala al fianco di Pirlo, confermando sì di essere un perfetto ibrido tra il fantasista e il lavoratore, soprattutto se messo nelle condizioni di potersi esprimere con libertà. Tecnico ma dotato anche di una notevole forza, l'olandese avrebbe raggiunto in rossonero quel Nirvana che gli era sempre stato precluso in nerazzurro. 

I due epurati dall'allenatore argentino, uno che aveva defenestrato persino un fenomeno come Ronaldo, avrebbero così fatto la fortuna di uno dei Milan più belli e vincenti della storia. Generando, inoltre, uno sbeffeggio antologico che i tifosi rossoneri continuano oggi a rivolgere ai loro 'cugini' interisti, vittime di due scambi per loro disastrosi che al contempo hanno portato gli odiati rivali a diventare la squadra più forte del mondo.