Scavalcata dalla Lazio nel pomeriggio, la Roma si riprende il primato cittadino raggiungendo il Milan al terzo posto in classifica a pari merito. Premiata la scelta di Mourinho di lanciare dal primo minuto il nuovo arrivato Solbakken con El Shaarawy nel duo alle spalle di Abraham per sostituire Pellegrini e Dybala. Buona comunque la partita del Verona, che lotta con i denti per uscire dalle sabbie mobili della zona retrocessione. Ne viene fuori un match spigoloso, a tratti duro, dove a latitare è lo spettacolo.
È proprio il nuovo mancino della Roma, al suo debutto da titolare, a sbloccare il risultato alla fine del primo tempo, sfruttando un ottimo assist di tacco di Spinazzola e infilando Montipó con un diagonale preciso. Fino a quel momento la Roma non aveva creato granché, se si esclude una conclusione dello stesso Spinazzola parata in tuffo dal portiere veronese. Subito dopo il gol è invece El Shaarawy in contropiede a impegnare ancora l’estremo difensore di Zaffaroni.
Partita nervosa, tanto che Abraham è costretto a lasciare il campo dopo un quarto d’ora di gioco per un colpo al volto, sostituito da Belotti. Il Verona però resta in partita e nel secondo tempo cerca di impegnare la retroguardia giallorossa. Prima è Ngonge a provarci con una conclusione da fuori alta, poi Doig sfiora il pareggio colpendo a botta sicura, e solo una deviazione di Cristante salva Rui Patricio. Nel finale è invece Belotti ad andare vicino al raddoppio con un colpo di testa da calcio d'angolo, ma Montipò con un un gran riflesso mette fuori.
Giallorossi che vincono così una partita dura, per niente semplice, di "corto muso", come piace ad Allegri ma anche a Mourinho. Sono quei tre punti sulla carta facili, in campo difficili, che possono essere decisivi in un campionato.
