Rico si sente fortunato a essere ancora vivo dopo l'incidente

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Sergio Rico si apre dopo l'incidente: "Mi sento fortunato di essere ancora in vita"

Sergio Rico si apre dopo l'incidente: "Mi sento fortunato di essere ancora in vita"
Sergio Rico si apre dopo l'incidente: "Mi sento fortunato di essere ancora in vita"Profimedia
Il portiere del Paris Saint Germain ha parlato del suo grave incidente subito lo scorso maggio

Intervistato da Canal+, Sergio Rico è tornato sul suo ricovero in ospedale in seguito all'incidente a cavallo avvenuto lo scorso 28 maggio dopo aver festeggiato il titolo di campione di Francia. In quell'occasione un colpo alla testa lo fece entrare in un coma che durò ben 26 giorni, alla fine del quale il calciatore chiese subito ai medici se poteva continuare a giocare:" Rimasero tutti molto sorpresi e mi spiegarono che avevo avuto un grave incidente, per poi dirmi che avrei potuto riprendere a giocare.  Da quel momento in poi mi sentii sollevato. Quasi saltai giù dal letto dell'ospedale. La vita è molto importante. Nessuno vuole morire ma se avessi dovuto smettere di giocare a calcio, non ne sarebbe valsa la pena".

Il calciatore spagnolo è consapevole di essere fortunato e di aver avuto salva la vita proprio grazie alla sua preparazione atletica: "Un medico mi ha spiegato che le mie arterie erano un po' più forti di quelle di una persona normale, che non faceva tanto esercizio fisico. Mi sentivo molto fortunato a essere ancora vivo perché la situazione era molto grave ed era in gioco la vita".

Il ricordo del padre

Ma il calciatore iberico è consapevole di dover molto a suo padre, morto poche settimane prima, il cui ricordo lo ha aiutato mentalmente a restare in vita: "Durante la mia degenza in ospedale ho sognato mio padre. Ero per strada, ero da una parte e vedevo mio padre dall'altra parte. L'ho visto e l'ho chiamato: 'Papà! Papà! ' ma lui non mi sentiva e continuava ad andare avanti. È stato molto commovente perché era un segno chiaro che non era giunta ancora la mia ora, che lui mi aiutava e continuava a vivere in me. Ero in lacrime."