Nonostante la recente riorganizzazione interna alla FIGC che ha permesso a Roberto Mancini di diventare coordinatore e dunque di occuparsi anche di Under 21 e Under 20, sarebbe stata proprio questa mossa a incrinare i rapporti tra l'ormai ex ct azzurro e la Federazione.

Ecco perché le sue dimissioni, apparse sicuramente sorprendenti anche viste le modalità (una PEC inviata al Presidente Gravina) sono relativamente inaspettate.

Il clima all'interno dell'organigramma dell'Italia era già probabilmente dilaniato al tempo delle Final Four di Nations League e Mancini si era lasciato sfuggire più di qualche indizio sulla sua presunta insofferenza e soprattutto rispetto alle prospettive future, dopo il mancato rinnovamento conseguente alla vittoria di Euro 2020 e al fallimento della qualificazione a Qatar 2022.

La mossa voluta dallo stesso Presidente Gravina di tramutare il commissario tecnico in un responsabile dell'Under 21 e dell'Under 20 avrebbe avuto l'esatto effetto contrario, rompendo le certezze costruite negli anni: Mancini, già 'orfano' di Vialli, sarebbe stato privato di altri preziosi collabortori storici come Evani, Nuciari e Lombardo, demansionato e spostato a fare l'allenatore dell'Under 20.

Nella recente operazione di rimpasto a Mancini erano stati affiancati Bollini (che ha appena vinto l'Europeo con l'Under 19), ma anche Barzagli e Gagliardi. 

E probabilmente su altri papabili nomi da affiancare al 'Mancio' si era discusso internamente e sarebbero diventati occasione per litigare.

L'ipotesi Arabia Saudita

Sin da subito è stato naturale pensare che l'addio Mancini potesse essere collegato ad un suo approdo in Arabia Saudita, la grande calamita del calciomercato 2023.

E in attesa di conferme in tal senso questa pista sembra comunque attendibile per un motivo: la Nazionale medio-orientale attualmente non ha un selezionatore dopo l'addio di Herve Renard e potrebbe approfittare della decisione di Mancini.