L'ex presidente della Federcalcio francese Le Graet riciclato dall'ufficio Fifa, una prassi ormai comune

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L'ex presidente della Federcalcio francese Le Graet riciclato dall'ufficio Fifa, una prassi ormai comune

Noel Le Graet
Noel Le GraetAFP
Dopo aver dato le dimissioni dalla Federcalcio francese per lo scandalo di abusi sessuali, l'82enne dirigente transalpino occuperà una scrivania nella sezione parigina del massimo organo calcistico mondiale. Dopo Mauricio Macri, ex presidente della nazione argentina e del Boca Juniors, un altro caso discusso di 'pulizia' d'immagine da parte di Infantino

L'informazione arrivata oggi dal quotidiano francese l'Équipe, molto vicino alle vicende delle politiche sportive francesi, sorprende ma non troppo. Da quanto riporta il giornale transalpino, infatti, Noel Le Graet, che ha appena dato le dimissioni dalla Federcalcio francese, dovrebbe iniziare a dirigere l'ufficio parigino della FIFA.

A dirlo è un membro della federazione francese intervistato dall'Équipe, Éric Borghini, che ha dichiarato: "Le Graet sarà a capo dell'ufficio della FIFA a Parigi. È stato nominato per via della sua esperienza e le sue competenze".  Allontanatosi dalla presidenza della Federcalcio per via delle accuse di molestie sessuali a suo carico, il dirigente di 81 anni sarà dunque accolto dalla grande famiglia della Fifa. Una famiglia di quelle vecchio stile, dove i padri padroni fumano il sigaro ma la casa è sempre pulita e splendente, nonostante non si abbia traccia di dipendenti addetti alla manutenzione.

Il caso del dirigente francese ricorda non poco quello di Mauricio Macri, figlio di un imprenditore argentino che a metà degli anni '90 avrebbe vinto le elezioni di presidente del Boca Juniors. Il suo modello era quello di Silvio Berlusconi, il cui Milan all'epoca faceva faville e contro il quale si sarebbe anche sfidato in due occasioni nel trofeo allora conosciuto come coppa intercontinentale. 

Nel 2007 Macri lasciò l'incarico di presidente del Boca per candidarsi al governo della città di Buenos Aires, ultimando così il suo processo di trasformazione in quel modello coniato proprio da Berlusconi. Dopo anni al governo della capitale argentina, nel 2015 sarebbe stato eletto Presidente della nazione argentina, favorendo la crescita degli oligarchi locali e firmando un contratto di dipendenza dai fondi dell'FMI che ancora oggi sta dilaniando l'economia del paese sudamericano.

Nel 2020, in seguito alla sua sconfitta alle elezioni dell'anno prima, fu 'invitato' a occupare l'incarico di presidente della fondazione Fifa, un'organizzazione che, secondo quanto dice il suo statuto "intende contribuire a un cambio sociale positivo". In molti in Argentina si chiedono ancora quale sia effettivamente il suo ruolo in tutto questo. Per il momento, all'ultimo Mondiale il suo ruolo di mufa, ossia di persona che porta sfortuna, è stato accertato, visto che tutte le foto nelle quali appariva affianco a calciatori importanti non sono state con i suoi connazionali. 

Adesso alla Fifa è arrivato anche Le Graet, che evidentemente a 81 anni non aveva ancora voglia di andare in pensione. Per lui come per Macri il massimo organismo del calcio mondiale non ha penato a trovare dei 'posti di lavoro'. Una prassi ormai tristemente continua messa in pratica da Gianni Infantino. Una prassi che dovrebbe far riflettere non poco.