Dieci anni senza Pietro Mennea: il 19"72 di Città del Messico l'impresa più grande

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Dieci anni senza Pietro Mennea: il 19"72 di Città del Messico l'impresa più grande
Pietro Mennea nel 1978
Pietro Mennea nel 1978Profimedia
Al Coni ricordo della "Freccia del Sud". E parte il progetto del museo in suo onore allo Stadio dei Marmi.

Dieci anni senza Pietro Mennea, ma il suo ricordo e le sue gesta rimarranno per sempre impresse nella storia. Come una corsa continua, senza mai fermarsi, e che oggi, alle 10.01, nello Stadio dei Marmi , è proseguita con il ricordo del campione del campione azzurro, scomparso il 21 marzo del 2013, e che porterà finalmente anche alla realizzazione di un museo a lui dedicato.

"Era un sogno di Pietro, aveva scritto personalmente il progetto - ha raccontato la moglie Manuela Olivieri - Poi è andata così, lui non c'è più ma io mi sono sentita in dovere di portare avanti questa sua volontà. Quando stava male mi diceva di non mandare in malora tutto quello che avevamo costruito e allora ho tenuto duro. Fino a quando Sport e Salute non ha proposto lo Stadio dei Marmi per il museo".

L'obiettivo è averlo pronto nella prossima primavera, prima degli Europei d'atletica che Roma ospiterà nel giugno del 2024. Un museo nel quale non mancheranno i suoi cimeli, ma che sarà anche all'insegna della tecnologia, immersivo, e con un occhio alla sostenibilità perché i pavimenti saranno realizzati con il materiale riciclabile delle scarpe d'atletica.

"Sarà un museo che riaffermerà i valori di Pietro" ha sottolineato il ministro Abodi, presente anche lui alla commemorazione dell'oro olimpico di Mosca '80, che lo ha poi definito un "riferimento" e un "alfiere del Sud Italia" rimarcando quanto "coraggio, sacrificio e impegno abbia messo nel raggiungimento dei suoi obiettivi civili e sportivi".

Tra quest'ultimi c'è il 10"01 nei 100, rimasto record italiano fino a 5 anni fa, ma secondo il presidente del Coni, Giovanni Malagò, c'è anche quel 19"72 a Città del Messico nei 200m del 1979.

"Penso sia l'impresa sportiva italiana più grande di sempre - ha detto il numero uno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano - Sia per la sua universalità che per la sua longevità". Non a caso Pietro era soprannominato la "Freccia del Sud" anche se per il presidente e ad di Sport e Salute sarebbe più corretto parlare di "una freccia che ha collegato il sud al nord Italia", perché con le sue imprese hanno rappresentato un simbolo, non solo sportivo, ma di riscatto sociale del Paese.

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