Coppe Europee, Mourinho indica il cammino alle sette sorelle italiane

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più
Coppe Europee, Mourinho indica il cammino alle sette sorelle italiane
José Mourinho
José MourinhoAFP
L'allenatore lusitano ha vinto gli ultimi due titoli continentali conquistati dalle rappresentanti della Serie A e lo ha fatto a distanza di dodici anni l'uno dall'altro. Ed è anche per questa ragione che il nostro movimento deve cominciare a fare, sul serio, i conti con la realtà. E visti i risultati, probabilmente ha già cominciato a farlo perché, in questo preciso momento storico, non si può davvero considerare un impiccio né l'Europa né la Conference League

"Mou tu dedo nos señala el camino". Questa volta, però, José Mourinho non ha avuto bisogno di mettere il dito nell'occhio di nessuno come accadde con Tito Vilanova durante la faida che il tecnico lusitano perse, sulla panchina del Real Madrid, contro il Barça di Pep Guardiola.

Senza il tecnico lusitano il bottino delle squadre italiane negli ultimi tre lustri sarebbe, infatti, ancora più deprimente. È stato proprio lui, infatti, a vincere gli ultimi due titoli continentali conquistati dalle rappresentanti della Serie A. E lo ha fatto a 12 anni di distanza l'uno dall'altro. Tanto è passato tra il trionfo in Champions League della sua Inter e la Conference League vinta l'hanno scorso con la Roma.

Quest'anno, lo specialone vuole riprovarci in Europa League. La qualificazione ottenuta dai giallorossi contro il Salisburgo, però, va incastrata in un puzzle più ampio, quello che registra il ritorno in pompa magna delle italiane in Europa. Non è, di certo, il caso di montarsi la testa, anche perché in Champions League, Milan, Inter e Napoli hanno solo vinto la gara d'andata dei rispettivi ottavi di finale.

Road to Istanbul
Road to IstanbulProfimedia

Tuttavia, i tifosi italiani, dopo tanti (troppi) anni di sconfitte e delusioni, si sono guadagnati il diritto a godere. E lo hanno fatto a base di dolore e sacrificio. Ci sarà tempo, poi, per pensare alle prossime battaglie. Anche perché, l'euforia attuale potrebbe trasformarsi in dramma già a metà marzo, quando si concluderanno gli ottavi di finale delle tre competizioni europee.

Ripartire da Mourinho vuol dire per l'Inter, provare a registrare, quantomeno, in Europa quello scatto d'orgoglio che la squadra di Simone Inzaghi non è riuscita ad avere in campionato nelle ultime due stagioni. Sotto questo aspetto, il Milan può quantomeno vantarsi dello scudetto vinto l'anno scorso che vale di certo più di una Coppa Italia e due Supercoppe.

Non di una Champions, però, che da qualche settimana - ossia da quando il suo vantaggio in campionato sulla seconda è arrivato a sfiorare i 20 punti - è diventato il sogno proibito del Napoli che, per dirla tutta, raggiungendo i quarti firmerebbe già un risultato storico per il club campano. In questo momento, tuttavia, la banda Spalletti è molto di più di una delle migliori otto squadre del vecchio continente.

Road to Budapest
Road to BudapestAFP

La Juventus, dalla sua, si dovrà "accontentare" dell'Europa League. La verità, però, è che bisognerebbe essere folli per non capire che quella rappresentata dalla cara, vecchia Coppa Uefa sia un'opportunità d'oro per il club bianconero. E non tanto per una questione veniale (vincerla equivale agli ottavi di finale di Champions), quanto per la possibilità di disputare la prossima edizione della Champions. E questa sì è una conditio sine qua non per evitare il default economico.

Per quanto riguarda, invece, la più modesta tra le competizioni continentali, la Fiorentina ha dimostrato di farci sul serio e soprattutto, a differenza di quanto succede in campionato, di avere le caratteristiche necessarie per brillare Europa.

I tifosi della Lazio, dalla loro, non sono in una situazione comodossima. E già, perché dopo aver passato un anno intero a prendere in giro gli odiati cugini giallorossi, rei di aver celebrato la vittoria in Conference, "manco fosse uno scudetto", sono obbligati, loro malgrado, a sperare di vincerla quella "coppetta".