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Il paradosso di Frattesi, prima riserva nell'Inter e uomo decisivo in azzurro

Davide Frattesi
Davide FrattesiCLAUDIO VILLA / GETTY IMAGES EUROPE / AFP
Dietro ai titolari nelle scelte di Simone Inzaghi, il centrocampista classe 1999 è stato fondamentale negli ultimi due trionfi della nazionale. Ma potrà convivere con Barella?

Non esiste un calciatore che abbia avuto più influenza nelle ultime due uscite dell'Italia di Davide Frattesi. Immagine dell'inaspettato trionfo di venerdì scorso a Parigi e del trionfo di ieri sera a Budapest per rendimento ed efficacia, l'incursore romano sta vivendo il suo miglior momento di sempre. Il tutto mentre all'Inter gioca poco, o comunque non è un titolare indiscusso.

Un colpo di petto, come a far capire che ogni sua parte è affilatissima, quello del coltellino azzurro più tagliente in questo momento. Per un allenatore come Luciano Spalletti, che ama chi si fa in quattro e possiede uno spiccato istinto di gioco, Frattesi è un giocatore fondamentale. Bersagliere al Parc des Princes, dove ha portato in vantaggio gli azzurri sulla Francia, si è ripetuto alla Bozsik Arena. Due reti del sorpasso, a confermarne l'efficacia e la solerzia in momenti di parità, dove tutto è più difficile da rivoluzionare. Il classe 1999 ha la capacità di rompere la roccia quando è più dura.

Tempi giusti

È lui l'attuale simbolo della nuova Italia di Luciano Spalletti, un allenatore storicamente esteta che sta facendo abiura del suo credo calcistico puntando su una difesa a tre e su un centrocampo a cinque nel quale gli incursori sono praticamente delle mezzepunte in grado di sorprendere gli avversari inserendosi dagli "half spaces", quegli spazi intermezzi difficilmente interpretabili e marcabili in fase difensiva. Da questo punto di vista, Frattesi è ormai un calciatore consolidato per come attacco lo spazio e si riesce a divincolare dagli avversari.

Il gol di ieri a Budapest è stato un mix di posizionamento, istinto e tecnica. Perché non solo è arrivato in perfetto tempismo sul cross di Dimarco, ma ha saputo anche valutare che colpire col petto sarebbe stata l'opzione migliore. E, inoltre, ha indirizzato il pallone nell'angolo più lontano. Quello imprendibile. Il suo status di grimaldello principale per il Ct azzurro è riflesso dai sei gol realizzati nella gestione Spalletti, che lo rendono il primo marcatore con ben quattro reti in più di tanti altri, alcuni dei quali sono attaccanti.

Frattesi vs Israele
Frattesi vs IsraeleGiacomo Cosua / NurPhoto / AFP / Flashscore

Paradosso

E in un panorama piuttosto desolante dal punto di vista offensivo, la soluzione Frattesi sembra essere la più rilevante del momento, sebbene il rebus dell'attacco vada comunque risolto. Inoltre, in questo momento il numero 16 azzurro è spiccato come titolare per via della mancanza di Nicolò Barella, uno dei pilastri anche della nazionale e della stessa Inter, dove per il momento il romano è una riserva. 

È chiaro, a questo punto, che la situazione riguardo l'incursore romano sia piuttosto contraddittoria, visto che stiamo parlando di un calciatore il cui uso è limitato per una questione di ruolo. Sia Frattesi che Barella, infatti, sono soliti orbitare nella zona di centro-destra per poi inserirsi a rimorchio. Provare a farli coesistere è più un problema di Spalletti che di Inzaghi, che avrà molte partite da gestire. 

Le statistiche in Serie A di Frattesi
Le statistiche in Serie A di FrattesiFlashscore

Nella nazionale azzurra, inoltre, il ritorno di un dinamico e caparbio Tonali ha chiuso anche il ruolo di mezzo sinistro, uno spot che comunque Frattesi ha fatto vedere di poter occupare. Che la sfida di Spalletti consista, dunque, nel dover fare a meno dell'ex milanista per schierare insieme il sardo, per molti irrinunciabile, e il romano? Per il momento, tuttavia, il classe 1999 è l'azzurro più amato. E a ragione. Perché senza di lui, autore anche del break che ha portato al raddoppio di Kean ieri sera, l'Italia non sarebbe in testa al suo gruppo di Lega A di Nations League.