Una doppietta di De Ketelaere spinge l'Atalanta alla vittoria casalinga sulla Roma
Con al piede gli scarpini pronti a sporcarsi, ma metaforicamente vestito di guanti di velluto e adornato da uno scintillante cilindro, Charles De Ketelaere è sceso in campo al Gewiss Stadium per dare una lezione di posizionamento, classe ed efficienza. Danzando con il pallone tra i piedi, e dotato di una leggiadria particolare, il belga ha dato grande prova dei suoi mezzi, spiccando come goleador in due occasioni con le quali ha punito la Roma al 18esimo e al 20esimo, facendo prima da seconda punta virtuosa e poi da centravanti ben piazzato.
E non è stato un caso che, nella ripresa, i suoi abbiano sofferto dopo la sua uscita dal campo, causa turnover prima della finale di Coppa di mercoledì contro la Juventus. Il primo tempo dell'Atalanta, tuttavia, era stato davvero di quelli roboanti, con i padroni di casa che finivano negli spogliatoi con un 2-0 che gli stava strettissimo, visto che il palo di Koopmeiners su punizione prima e Hateboer e Pasalic poi sono state delle occasioni chiarissime per aumentare il passivo.
Poi, facendo fede alla storica regola secondo la quale cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia, l'uscita di Scamacca e CDK per Lookman e Touré non ha portato ad alcuna mutazione dal punto di vista del gioco creato in attacco. Il nigeriano, infatti, sfiorava il terzo gol con un tiro che faceva la barba al palo. Stessa sorte per De Roon poco dopo, con la palla che usciva di un niente.
Ma la Roma quest'anno ha dimostrato di avere sempre un po' di fuoco dentro, anche nei momenti in cui piove di più. E dopo un tacco di Lukaku il neo entrato Abraham veniva toccato da De Roon in area di rigore orobica e l'arbitro fischiava il penalty che capitan Pellegrini trasformava con grande freddezza. Era il 66esimo e i giallorossi tornavano a crederci, anche perché i padroni di casa avevano gioco forza abbassato il ritmo. E a un quarto d'ora dalla fine era sempre Pellegrini a mettere paura al Gewiss Stadium, con un tiro dal limite dell'aria sul quale Carnesecchi doveva distendersi con attenzione.
Nel finale De Rossi inseriva anche Azmoun per puntare su un tridente infuocato, ma la Dea aveva dalla sua la forza della convinzione nei propri mezzi e con altre sortite in contropiede sfiorava nuovamente il terzo sigillo. Il finale era di quelli poco concreti e molto convulsi, dove i contrasti si sprecavano. Al 93esimo era Koopmeiners a divorare la palla del 3-1 finale, ma per fortuna dei bergamaschi la vittoria arrivava lo stesso. E meritatissima. Adesso, il quinto posto è una realtà ancora più solida.