La Juventus è sempre stato il serbatoio principale della Nazionale. Da un po', però, non è più così. E non è assolutamente un caso che, da quando questo non succede, il livello della squadra azzurra sia sensibilmente calato.
In assenza del "vivaio" bianconero, ci sta provando l'Inter a tirare su le sorti dell'Italia, consegnando a Luciano Spalletti campioni come Bastoni, Dimarco, Barella e Frattesi. Ma manca ancora qualcosa.
Manca quella scintilla in attacco, senza la quale la Nazionale è condannata a rimanere una squadra di seconda fascia. Nel migliore dei casi, forse anche meno, come dimostrano i due fallimenti mondiali consecutivi interrotti dal miracolo Europeo.
La scintilla
Ebbene, la scintilla potrebbe arrivare di nuovo dalla Juve. A portarla potrebbe (e dovrebbe) essere Federico Chiesa. Un campione sfortunato al quale i ripetuti contrattempi fisici gli hanno impedito di esplodere definitivamente, diventando il leader sia del club bianconero che della squadra azzurra.
La splendida prestazione di ieri contro la Lazio va senza dubbio in questa direzione. Non a caso, alla fine dell'incontro, Massimiliano Allegri ci ha tenuto a sottolineare che la crescita dell'intesa con Vlahovic sia soprattutto merito suo.
"Secondo me - ha assicurato il tecnico livornese - è cresciuta molto soprattutto perché Federico gioca molto più vicino a Vlahovic ed è bravo ad aprirsi come predilige fare. Credo abbia fatto la partita migliore da quando è alla Juve sul piano tecnico, dell’intensità, dell’attenzione: su questo sta lavorando e migliorando".
Quello che è certo è che, con un Chiesa così, il quarto posto ("il nostro obiettivo", Allegri dixit) potrebbe presto diventare un obiettivo troppo piccolo per la Juve. Allegri lo sa. E a sperare che possa andare proprio così, per ragioni diverse, è anche Spalletti.