Mondiali donne: nessun tabù, sono ben 87 le giocatrici del collettivo Lgbtq+

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Mondiali donne: nessun tabù, sono ben 87 le giocatrici del collettivo Lgbtq+

Megan Rapinoe
Megan RapinoeProfimedia
Il grande evento destinato al calcio femminile è una cartina di tornasole importante per le rivendicazioni delle minoranze

Al contrario di quanto avviene nel calcio maschile, dove l'outing del giocatore del Cagliari Jakub Jankto fa ancora discutere, in quello femminile certi discorsi sono da tempo superati, e non ci sono tabù riguardanti l'orientamento sessuale delle persone. Così, dopo la prima giornata dei Mondiali donne in Australia e Nuova Zelanda i media locali, e quelli brasiliani, pubblicano un 'report' secondo cui rispetto all'edizione del torneo iridato femminile del 2019 fra le squadre partecipanti è passato da 38 a 87, quindi più che raddoppiato, il numero delle giocatrici che hanno dichiarato pubblicamente la loro appartenenza alla comunità Lgbtq+.

Brasile su tutte

La nazionale che ne ha di più è il Brasile, con 9, ovvero Marta, Tamires (la cui compagna è la cantante Gabi Fernandes), Andressa Alves, Letícia, Lauren, Kathellen, Debinha, Geyse e Adriana. Australia e Irlanda, che si sono affrontate ieri, ne hanno invece 8 testa, mentre negli Usa gioca quella che, da anni, è un simbolo della comunità arcobaleno e una paladina della lotta a ogni forma di discriminazione, ovvero quella Megan Rapinoe, 38 anni, Pallone d'Oro del 2019, 2 Mondiali e un oro olimpico (nel 2012) vinti, che a fine anno ha intenzione di lasciare l'attività agonistica per dedicarsi a tempo pieno all'attivismo.