Vinicius, nuovamente vittima di insulti, si sfoga: "La Liga è piena di razzismo"

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Vinicius, nuovamente vittima di insulti, si sfoga: "La Liga è piena di razzismo"
Aggiornato
Vinicius, la Liga che fu di CR7 e Messi ora è dei razzisti
Vinicius, la Liga che fu di CR7 e Messi ora è dei razzisti
AFP
Il brasiliano, espulso a Valencia, ha lasciato il campo indemoniato per via delle manifestazioni di razzismo nei suoi confronti. Il tecnico Carlo Ancelotti lo ha difeso: "Va posto fino a tutto ciò, siamo nel 2023". E anche il presidente della Fifa, Gianni Infantino gli ha fatto arrivare la sua solidarietà: "Non c'è posto per il razzismo nel calcio"

"Il premio che i razzisti hanno guadagnato è stata la mia espulsione! Non è calcio, è la Liga". Con questo messaggio sui social Vinicius Junior, dopo gli episodi di cui oggi è stato protagonista, suo malgrado, a Valencia denuncia ancora una volta quella che, a suo dire, è la mancata protezione nei suoi confronti da parte della Liga. Poi, ancora più duro, in una storia su Instagram. "Non è stata la prima volta, né la seconda o la terza. Il razzismo è normale nella Liga - il messaggio del brasiliano del Real Madrid -. Il campionato che una volta 'appartenne' a Ronaldinho, Cristiano Ronaldo, Messi oggi appartiene ai razzisti". "Una nazione bellissima, che mi ha accolto e che mi incanta - continua Vinicius -, ha accettato di esportare all'estero l'immagine di un paese razzista. Mi perdonino gli spagnoli che non saranno d'accordo, ma oggi in Brasile la Spagna è conosciuta come un paese razzista. E purtroppo, visto ciò che succede ogni settimana, io non posso difenderla".

La rabbia di Ancelotti

In seguito, è arrivato poi l'intervento di Carlo Ancelotti, suo allenatore, che ha difeso il calciatore brasiliano puntando il dito contro i tifosi del Valencia: "Lo stadio gli gridava 'scimmia, scimmia'. È un ragazzo, gli piace giocare a calcio, voleva continuare, ma in questa situazione è molto complicato. Dal VAR hanno inventato un'aggressione che non esiste, lui ha cercato di liberarsi da un'aggressione ed è stato espulso".

"Sono molto triste, dobbiamo porre fine a tutto questo perché siamo nel 2023, il razzismo non dovrebbe esistere", ha continuato Ancelotti, che ha poi lanciato la sua accusa all'ambiente che si è creato a Mestalla, che per l'allenatore emiliano è frutto anche della leggerezza dell'establishment nel trattare il problema del razzismo: "Non ho mai pensato di togliere un giocatore per razzismo. Non mi è mai capitato. Non è una cosa del genere. È inaccettabile. La Liga spagnola ha un problema, non è Vini. Vini Jr. è la vittima. E noi siamo tutti con lui".

Infantino: "Non c'è posto per il razzismo nel calcio"

"Piena solidarietà a Vinicius. Non c'è posto per il razzismo nel calcio o nella società e la Fifa è al fianco di tutti i giocatori che si sono trovati in una situazione simile". Così il presidente della Fifa Gianni Infantino dopo gli insulti razzisti a giocatore del Real Madrid Vinicius nel match di ieri a Valencia.

"Per questo motivo - aggiunge - nelle competizioni Fifa esiste un processo in tre fasi, raccomandato a tutti i livelli del calcio. In primo luogo, si interrompe la partita e lo si annuncia. In secondo luogo, i giocatori lasciano il campo e l'altoparlante annuncia che se gli attacchi continuano, la partita sarà sospesa. La partita riprende e poi, terzo, se gli attacchi continuano, la partita si ferma e i tre punti vanno all'avversario. Queste sono le regole che dovrebbero essere applicate in tutti i Paesi e in tutti i campionati. È chiaro che è più facile dirlo che farlo, ma dobbiamo farlo e dobbiamo sostenerlo attraverso l'educazione".