Ancelotti: "Napoli-Milan partita equilibrata; tutti in apprensione per Berlusconi"
"Cosa pensiamo alla vigilia dei quarti di Champions? Si pensa di arrivare a vincerla, sapendo che ogni partita è un ostacolo difficile, duro e imprevedibile, la Champions è così. Da parte di tutte le otto squadre c'è il desiderio di raggiungere la finale di Istanbul". Così Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1.
Se fosse nello spogliatoio del Milan o del Napoli, cosa direbbe per preparare questa sfida? "In questo tipo di partite i giocatori sentiranno la pressione, saranno motivatissimi, quindi non c'è bisogno di fare discorsi motivazionali. Il discorso da fare è legato alla strategia della partita, cercando di dare indicazioni chiare e semplici ai giocatori, per farli sentire coinvolti e partecipi: è un modo anche per stemperare un po' la pressione che inevitabilmente queste partite ti mettono addosso".
È vero che dopo il sorteggio ha sentito Maldini e gli ha dato appuntamento a Istanbul? "È stato soprattutto un augurio al Milan al quale sono affezionato. In realtà Milan-Napoli sarà una partita molto equilibrata e molto incerta. Sarebbe bello ritrovarsi a Istanbul? Per il Real sì, credo anche per il Milan, ma tutti vogliono arrivare a Istanbul".
Carletto si è detto anche preoccupato per le condizioni di salute di Silvio Berlusconi: "Siamo tutti in apprensione e in ansia, sono molto legato a lui, spero che vada tutto bene. Berlusconi è stato, è e sarà una persona molto amata da tutti. È stato un grande presidente che stimolava e aiutava nei momenti difficili e metteva un po' di pepe nei momenti buoni. Nei momenti di difficoltà si poteva contare sul suo appoggio".
Per quanto riguarda invce il Var, il tecnico dei blancos ha assicurato di non essere "molto contento di come viene applicato il Var: in questo momento ha preso il sopravvento sulla decisione arbitrale, si ricorre al Var troppo spesso. Era nato per ovviare a errori chiari ed evidenti, ma ora viene troppo richiesto il suo intervento, deve essere un po' cambiato. Sui falli di mano c'è ancora molta confusione. Ci potrebbe essere l'idea di mettere il tempo effettivo per evitare questi maxi-recuperi. Alcune cose si possono fare".
Sulla stagione del suo Real Madrid, invece, ha sottolineato che "è molto, troppo esigente, ci sono troppe partite. C'è stato un Mondiale di mezzo con 15 giocatori nostri coinvolti, poi la Supercoppa di Spagna in Arabia, il Mondiale per club in Marocco a febbraio: morale della favola dal 30 dicembre al 20 marzo abbiamo giocato ogni tre giorni. Nel campionato della regolarità, non siamo riusciti ad avere la continuità del Barcellona. Il calendario è assurdo e anche lì bisognerebbe fare qualcosa. Ma abbiamo da giocare la finale di Coppa del Re e i quarti di Champions, la stagione è ancora aperta. E non dimentichiamo che abbiamo già portato a casa la Supercoppa Europa e il Mondiale per club".
Sul suo futuro, invece, ha spiegato che "c'è un bel detto che fa proprio al caso: le chiacchiere le porta via il vento. Ed è così, ho un contratto fino al 30 giugno 2024 e mi piacerebbe rispettarlo". Per quamnto riguarda suo figlio Davide, invece, ha rivelato che "sta finendo il corso per allenatore di Uefa Pro in Galles, terminerà a maggio, poi potrà allenare qualsiasi tipo di squadra. Non sarà il Basilea, perché si trova bene qui e vogliamo continuare qui. Il giorno che avrà voglia di cominciare da solo, credo che lo farà e anche bene".