Rabiot, da ribelle a indispensabile per la nazionale francese di Deschamps

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Rabiot, da ribelle a indispensabile per la nazionale francese di Deschamps

Adrien Rabiot
Adrien RabiotAFP
Dopo un inizio di vita tortuoso con la Nazionale francese, il centrocampista della Juventus ha cambiato la sua immagine, ambientandosi nel centrocampo dei Bleus, reparto nel quale è lui a dare equilibrio alla squadra.

Il rapporto tra Adrien Rabiot e la Nazionale francese non è sempre stato così fluido come oggi. Il 28enne (41 presenze, quattro gol) ha un carattere forte e gli ci è voluto un po' di tempo per diventare indispensabile per Didier Deschamps, dopo che una serie di incomprensioni e polemiche hanno ritardato il suo inserimento definitivo nell'undici titolare.

In particolare, il 'Duca' ha pagato a caro prezzo le dichiarazioni maldestre dopo una brutta prestazione personale in Bulgaria durante le qualificazioni ai Mondiali 2018 (1-0, 7 ottobre 2017). "È stata piuttosto dura perché faceva freddo e non mi ero riscaldato: avevo anche paura di infortunarmi quando si va in condizioni del genere", ha detto. La decisione di Deschamps è stata radicale e l'attuale giocatore della Juventus è stato punito con la mancata selezione per la fase finale della Coppa del Mondo.

Rabiot ha poi peggiorato la situazione rifiutando di essere inserito nella lista delle riserve, un casus belli agli occhi dell'allenatore che lo ha tenuto fuori dai Bleus per quasi due anni.

Deschamps, tuttavia, non gli ha serbato rancore e non ha tardato a cogliere il potenziale di questo elegante centrocampista, soprattutto quando la forza della coppia formata da Pogba e Kanté ha cominciato ad allentarsi. Il risultato: da Euro 2021, Rabiot è diventato un punto fermo in azzurro, vincendo una Nations League (2021) prima di mancare per un soffio la vittoria in finale della Coppa del Mondo contro l'Argentina in Qatar nel 2022.

"Mi vedo come un equilibratore nella nazionale francese, mentre alla Juve sono più un incursore", ha detto il giocatore lunedì in vista dell'ultima gara del Gruppo B di qualificazione a Euro contro la Grecia.

Pilastro

Al di là delle sue capacità tecniche, Rabiot è cresciuto anche in termini di statura all'interno della squadra. L'ombroso centrocampista, considerato arrogante durante i suoi primi anni a Parigi (2012-2019), è diventato un pilastro dei Bleus.

"Sono un leader a modo mio. Non lo mostro necessariamente all'esterno, ai media, ma sono un leader in campo e nello spogliatoio. Sono molto aperto con i miei compagni di squadra. Sono lì per discutere e dare consigli", ha dichiarato.

La sua presenza alla conferenza stampa pre-partita è stato un ulteriore segno della sua importanza per Les Bleus e del suo nuovo status di manager. "Ha  raggiunto un'età matura", dice Deschamps, che poi continua: Questo significa che ha un po' più di responsabilità, ma non cambierà il suo carattere o il suo modo di essere".

Per la Juve vale lo stesso discorso. Rabiot è arrivato da svincolato dal PSG nel 2019 dopo un lungo braccio di ferro con i dirigenti parigini, che non avevano esitato a escluderlo dalla rosa della prima squadra per ottenere il prolungamento del suo contratto. Il suo contratto è stato prolungato lo scorso giugno fino al 2024 a Torino, dove ora è uno dei vice-capitani. Ha anche indossato la fascia al braccio nelle ultime tre partite della Vecchia Signora in assenza di Danilo.

"È una forma di riconoscimento per lui, che è una persona piuttosto riservata. Anche se si apre un po' ai media, non parla molto di sé. Ma quello che fa in campo da diversi anni è di altissimo livello", ha concluso Deschamps.