All'inizio della campagna europea sembrava impossibile che la partecipazione dell'Italia al torneo che si disputerà in Germania l'anno prossimo potesse essere messa in discussione. Il sorteggio, tutt'altro che proibitivo, infatti, aveva inserito gli azzurri in un girone ampiamente alla loro portata.
Anche perché il regolamento prevede che il pass per Euro 2024 è appannaggio delle prime due classificate di ogni gruppo e, fatta eccezione per l'Inghilterra, il resto delle rivali sembrava una spanna sotto alla nazionale allora allenata da Roberto Mancini che, è bene ricordare, è campione d'Europa in carica.
Negli ultimi tempi, però, l'errore più grosso che un tifoso azzurro può fare è quello di aspettarsi che l'Italia faccia valere il proprio blasone. Come amano dire gli allenatori, "la storia non scende in campo" e ogni partita bisogno giocarla per vincerla. E la verità è che la classifica attuale degli azzurri ne è una chiara dimostrazione.
Solo una vittoria in tre incontri
Basi pensare che, dopo tre incontri, gli azzurri hanno conquistato appena quattro punti: l'ultimo pochi giorni fa a Skopje e i tre precedenti a marzo contro Malta. Niente da fare, invece, quando di fronte si è presentata l'Inghilterra che si è portata via l'intera posta in palio al Diego Armando Maradona.
Gli azzurri, usciti sconfitti anche dalla semifinale della Nations League disputata contro la Spagna, si sono visti, tra l'altro, superare dall'Ucraina che, stasera, a San Siro potrebbe far definitivamente saltare il banco.
Sia chiaro che anche in caso di sconfitta, l'Italia continuerebbe a dipendere da sé stessa. Tuttavia, se gli azzurri non dovessero avere la meglio al Meazza della nazionale diretta da Rebrov, l'ipotesi più probabile è quella che vede gli azzurri condannati, ancora una volta, ai playoff.
Da quel momento in poi, infatti, la nazionale - che, nel frattempo, è passata dalle mani di Mancini a quelle di Luciano Spalletti - dovrebbe vincere tutte la gare che le restano, compresa la sfida di Wembley del prossimo 17 ottobre, per evitare di mettere il proprio destine nelle mani altrui.